Cosa vuole la Russia dai referendum sul Donbass, e cosa cambierà dopo

di Francesco Battistini e redazione Esteri

Si vota dal 23 al 27 settembre in Donetsk, Lugansk, a Kherson e Zaporizhzhia, con uomini armati che girano di casa in casa a raccogliere le schede: se il «sì» vincerà, Putin potrà considerare «russe» le aree interessate e difenderle di conseguenza. «Elettrodomestici e premi in denaro promessi a chi vota e chiede la cittadinanza russa»

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Manifesti per il voto pro-Russia in una strada di Lugansk

Che la farsa abbia inizio. Si aprono le urne, si cercano gli elettori: a costo di licenziarli dal lavoro, di convincerli con una lavatrice in regalo, d’andare a pescarli fra gli orfanelli. Nel Lugansk e nel Donetsk, a Kherson e Zaporizhzhia, in quattro territori invasi militarmente dalla Russia dopo il 24 febbraio scorso e sì e no controllati, che però costituiscono tutti insieme il 15% del territorio ucraino, ecco il referendum di Putin.

Si vota per l’annessione alla Russia
: se vincerà il «sì», come ci si aspetta sulla base del precedente referendum tenutosi in Crimea, nel 2014, la Russia considererà queste quattro province «territorio nazionale», e ciò permetterà a Putin di mandare più soldati in queste aree — i famosi 300mila mobilitati — e di «difenderle» come se fossero Russia a tutti gli effetti.

La comunità internazionale, Cina inclusa, è unanime nel non considerare validi questi referendum.

Si voterà per i prossimi cinque giorni: dal 23 al 27 settembre.

Nei primi quattro, saranno i funzionari elettorali a portare le schede a casa delle persone: «motivi di sicurezza». Martedì, invece, sarà l’unico giorno in cui gli elettori saranno invitati a recarsi ai seggi. Si può votare anche in Russia, dove i rifugiati delle regioni occupate possono imbucare le loro schede.

Annunciato tre giorni fa, organizzato coi fucili puntati, il voto doveva essere online: ma alla fine s’è dovuto fare i conti con aree dove il blackout elettrico è quotidiano. E così è cominciato nel modo tradizionale, senza osservatori indipendenti, con tre milioni di schede stampate e «una partecipazione prevista — dice Mosca — fra il 72 e l’87 per cento».


Partecipazione più o meno spontanea: già questa mattina presto c’erano in giro gruppi armati filorussi, informa il governatore ucraino del Lugansk, Sergey Haidai, «per circondare le case e costringere le persone ad andare a votare. Chi non si reca al seggio, viene automaticamente licenziato dal lavoro. In alcuni quartieri, è stato diffuso il divieto di lasciare la città prima del 27 settembre», ultimo giorno utile per votare.

Il segretario comunale di Zaporizhzhia, Anatoly Kurtev, racconta che «ai residenti vengono promessi premi in denaro ed elettrodomestici, se approfittano del voto anche per chiedere la cittadinanza russa».

Secondo i servizi di sicurezza di Kiev, i russi hanno messo la scheda elettorale in mano perfino ai minorenni, compresi quelli che stanno negli orfanotrofi: «I minori dovranno essere accompagnati dai genitori o dai loro tutori legali», è la disposizione.


E se qualcuno proprio non vuole saperne d’andare? Nessun problema: da domani e fino a martedì, saranno a disposizione i comodi gruppetti di funzionari russi che «per ragioni di sicurezza andranno porta a porta» a convincere, con le buone o con le cattive, gli ultimi indecisi. Il quesito è posto in lingua sia russa che ucraina: vuoi tu che il tuo territorio divenga parte a tutti gli effetti della Federazione russa? La procedura prevede che si possa votare per cinque giorni e che i risultati siano promulgati al massimo entro i cinque giorni successivi, cioè domenica 2 ottobre.

Tutta la comunità internazionale, Cina compresa, ha già dichiarato il voto illegittimo e quasi nessuno al mondo riconoscerà l’annessione alla Russia di questa parte d’Ucraina. In mancanza d’exit-poll, per un risultato scontato, le prime intenzioni di voto fuori dai seggi sono state espresse chiaramente a Melitopol, di buon mattino: una potente esplosione, forse un colpo mortaio piombato direttamente dal fronte ucraino.

23 settembre 2022 (modifica il 23 settembre 2022 | 13:21)