gli effetti sull’economia

Coronavirus, Fca pronta a chiudere lo stabilimento in Serbia

di Fabrizio Massaro

Coronavirus, Fca pronta a chiudere lo stabilimento in Serbia

È in Serbia lo stabilimento europeo di Fca che ha subìto la chiusura temporanea come conseguenza indiretta dell’epidemia di Coronavirus in Cina. A rilanciare la notizia, diffusa dalla stampa serba, è stato il leader della Fim-Cisl Marco Bentivogli. «Arriva la conferma, dal Giornale di Belgrado Danas, che si va verso la fermata dello stabilimento serbo di #Fca che produce la #500L a causa del blocco dei trasporti con la Cina x #Koronavirus. Se dovesse protrarsi tale situazione vi saranno ripercussioni anche in Italia», ha twittato venerdì mattina.
Secondo il quotidiano Danas, lo stabilimento di Kragujevac è stato chiuso giovedì e resterà chiuso fino a martedì e forse anche più a lungo, a causa della mancanza di componenti attesi dalla Cina, come per esempio paraurti in plastica e componenti per l'impianto audio montato in ogni auto.

Le parole di Manley

Il timore è che ci possano essere impatti sulla produzione di uno dei modelli di Fca più noti. Era stato lo stesso Mike Manley, ceo del gruppo presieduto da John Elkann, un’intervista domenica al Financial Times a ipotizzare l’arresto di uno stabilimento del gruppo in Europa, senza dire in quale paese, in caso che le scorte di pezzi fabbricati in Cina dovessero esaurirsi, quindi non prima di un mese. Per tutti i produttori di auto, che acquistano componentistica dalla Cina, la chiusura agli impianti per evitare la diffusione del contagio rischia di creare problemi di rifornimento dei pezzi meccanici ed elettronici per l’industria automotive.

Fca: «Riprogrammato il lavoro, nessun impatto sulla produzione mensile»

Nel pomeriggio di venerdì, dal gruppo Fiat-Chrysler sono comunque arrivati dichiarazioni distensive: «A causa della indisponibilità di alcuni componenti provenienti dalla Cina, abbiamo riprogrammato i tempi delle fermate di produzione presso lo stabilimento di Kragujevac in Serbia. Stiamo lavorando per garantire l’approvvigionamento dei componenti e la produzione verrà riavviata nel corso di questo mese. Non prevediamo che questo cambiamento nella pianificazione avrà un impatto sulla produzione totale prevista per il mese». È quanto ha dichiarato un portavoce di Fca in merito alla notizia dell’interruzione della produzione nello stabilimento serbo della Fiat 500L.

La componentistica cinese

L’industria nella provincia cinese di Wuhan - epicentro dell’epidemia di Coronavirus - è specializzata nella produzione soprattutto di componentistica meccanica ed elettronica per il settore automotive o delle macchine utensili. La casa automobilistica tedesca Volkswagen è tra le più dipendenti dalla componentistica prodotta in Cina, mentre sia Fca sia i partner del gruppo francese Peugeot sono agli ultimi posti come dipendenza dai fornitori cinesi. Il polo industriale di Shanghai che rifornisce Volkswagen e anche Tesla ha ripreso l‘attività solo l’11 febbraio.

Gli accordi di Fca in Cina

Fca lo scorso 17 gennaio aveva intavolato un accordo preliminare per una joint venture paritetica con il gruppo industriale Hon Hai di Taiwan, che produce in Cina tramite 13 impianti Foxconn. La joint venture tra Hon Hai e Fca dovrebbe essere perfezionata il mese prossimo, sarebbe funzionale alla produzione di veicoli elettrici di nuova generazione.

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