Il cardinal Müller: «Intorno a Papa Francesco un cerchio magico che decide anche le nomine»

di Redazione Online

In un libro in uscita per Solferino il cardinal Gerhard Müller, ex Prefetto della Dottrina della Fede, critica «il cerchio magico» che ci sarebbe «a Santa Marta», dove risiede il Papa: «Sono persone non preparate da un punto di vista teologico»

Il cardinal Müller: «Intorno a Papa Francesco un cerchio magico che decide anche le nomine»

Papa Francesco è attorniato da un «cerchio magico»: una cerchia di persone «impreparate» dal punto di vista teologico e che determina anche le nomine.

A lanciare quello che sembra a tutti gli effetti un nuovo, duro atto di accusa nei confronti di Papa Francesco, dopo quelli giunti da padre Georg Ganswein nelle ore che seguirono la morte di benedetto XVI, è il cardinal Gerhard Müller, ex Prefetto per la Dottrina della Fede, nel libro «In buona fede» con Franca Giansoldati (Solferino) in uscita a giorni.

Il «cerchio magico»

«Vi è una sorta di cerchio magico che gravita attorno a Santa Marta», dice Müller, riferendosi alla residenza del Papa in Vaticano, «formato da persone che, a mio parere, non sono preparate dal punto di vista teologico. In Vaticano sembra che ormai le informazioni circolino in modo parallelo, da una parte sono attivi i canali istituzionali purtroppo sempre meno consultati dal pontefice, e dall’altra quelli personali utilizzati persino per le nomine dei vescovi o dei cardinali».

«Disparità di trattamento sugli abusi

Müller — che aveva già criticato il pontefice, spiegando che molte «persone ferite da Francesco» andavano «a curarsi al Monastero» dove risiedeva il Papa emerito, Ratzinger — ha dichiarato anche che sulla questione degli abusi non tutti nella Chiesa vengono trattati allo stesso modo. Parlando in particolare del caso di monsignor Gustavo Zanchetta, Müller ha spiegato che «ha potuto godere di uno status privilegiato in quanto amico del Papa. Di norma le amicizie non possono influenzare il procedere della giustizia, tutti devono essere trattati in modo uguale». E ancora: «don Mauro Inzoli, un sacerdote vicino a Comunione e Liberazione»: l tribunale vaticano «avviò un processo su di lui alla fine del quale si decise di ridurlo allo stato laicale perché fu riconosciuto colpevole di crimini. Purtroppo però vi fu un cardinale di curia che andò a bussare a Santa Marta, chiedendo clemenza. Davanti a questo interventismo il Papa si convinse e scelse di modificare la sentenza aggiustando la pena a Inzoli, stabilendo che rimanesse sacerdote ma con il divieto di indossare in pubblico l’abito sacerdotale o il clergyman e senza presentarsi alle comunità come consacrato. Rimaneva consacrato ma non poteva mostrarsi agli estranei come tale. Questo è solo un esempio».

La stretta sulla messa in latino «fu uno schiaffo»

Müller torna poi sulla questione della stretta sulla messa in latino, decisa da Papa Francesco e che — secondo Ganswein — «spezzò il cuore» di Ratzinger. Quella decisione, per Müller, fu «uno schiaffo» per i tradizionalisti, che «ha scavato fossati e ha causato dolore»: «Agendo in questa direzione Papa Francesco sembra abbia dato ascolto a un gruppo di consiglieri senza tenere conto che quel provvedimento avrebbe assunto i contorni di una mera dimostrazione di potere».

Il caso Becciu

L’ex Prefetto per la Dottrina della Fede torna poi anche sul caso del cardinal Becciu, criticando le decisioni del Papa: «Francesco ha deciso di punirlo severamente dopo che qualcuno era andato da lui, a Santa Marta, per mostrargli un articolo de L’Espresso, un settimanale italiano che riportava un’inchiesta sul cardinale. Ma come si fa ad agire in base a un articolo di stampa? Non si può punire qualcuno senza avere in mano le prove della sua colpa. Questo modo di agire è capitato di frequente in Vaticano e non riguarda solo il singolare caso Becciu, ma è accaduto persino dentro la Congregazione per la Dottrina della Fede quando furono mandati via alcuni sacerdoti senza ragioni, dall’oggi al domani. Per il cardinale Becciu la questione è macroscopica anche perché amplificata dai mass media: è stato umiliato e punito di fronte al mondo senza che gli sia stata data alcuna possibilità di difesa. Ora si aspetta la fine del processo in corso al tribunale vaticano. Eppure dovrebbe valere per chiunque la presunzione di innocenza, un diritto sacrosanto dai tempi degli antichi romani».

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Articolo in aggiornamento...

20 gennaio 2023 (modifica il 20 gennaio 2023 | 18:53)