Indagini sulle stragi del ’93, perquisita la casa di Dell’Utri

di Valentina Marotta

L’ex senatore indagato nell’inchiesta sui mandanti occulti delle stragi di mafia. La Procura di Firenze: «Gli attentati favorirono l’affermazione di Forza Italia». La difesa: «Tesi del tutto fantasiosa»

Indagini sulle stragi del ’93, perquisita la casa di Dell’Utri

(Imagoeconomica)

Marcello Dell’Utri avrebbe «istigato l’organizzazione delle stragi del 1993 per favorire l’affermazione di Forza Italia». È l’ipotesi della procura di Firenze che ha disposto perquisizioni nell’abitazione milanese dell’ex senatore Marcello Dell’Utri, indagato nell’inchiesta sui mandanti occulti delle stragi di mafia.

Due giorni fa gli investigatori della Dia di Firenze e Milano hanno ispezionato anche lo studio in via Senato, nel capoluogo lombardo, e sequestrato diversi elementi utili alle indagini. La notizia è stata anticipata da Repubblica. Dell’Utri sarà interrogato il prossimo 18 luglio a Firenze dai procuratori aggiunti Luca Turco, Luca Tescaroli e dal pm antimafia Lorenzo Gestri. In passato era già stato condannato per concorso esterno in associazione mafiosa.

Secondo gli inquirenti fiorentini avrebbe sollecitato il boss Graviano — dice il decreto di perquisizione — «ad organizzare e attuare la campagna stragista e, comunque, a proseguirla, al fine di contribuire a creare le condizioni per l’affermazione di Forza Italia, fondata da Silvio Berlusconi, al quale ha fattivamente contribuito Dell’Utri». Tutto sarebbe avvenuto «nel quadro di un accordo, consistito nello scambio tra l’effettuazione, prima, da parte di Cosa nostra, di stragi, e poi, a seguito del favorevole risultato elettorale ottenuto da Berlusconi, a fronte della promessa da parte di Dell’Utri, che era il tramite di Berlusconi, di indirizzare la politica legislativa del Governo verso provvedimenti favorevoli a Cosa nostra in tema di trattamento carcerario, collaboratori di giustizia e sequestro di patrimoni». In cambio, avrebbe ricevuto «da Cosa nostra l’appoggio elettorale in occasione delle elezioni politiche del marzo 1994».

Le stragi del 1993, secondo la Procura, puntavano a «indebolire il governo Ciampi» allora alla guida del Paese e a «diffondere il panico e la paura tra i cittadini in modo da favorire l’affermazione del progetto politico di Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri». Tre giorni prima del fallito attentato del gennaio 1994 allo stadio Olimpico di Roma, ricostruiscono i pm, Berlusconi decide di scendere in campo. Quell’autobomba «doveva servire per avvantaggiare Berlusconi e Dell’Utri», secondo il decreto, ma non esplose perché sarebbe intervenuto un accordo con la mafia. «Dell’Utri — per i pm — è portatore di un profilo particolarmente adatto per alimentare intese stragiste: ha svolto un ruolo di trait d’union tra il Cavaliere e la criminalità mafiosa dal 1974 al 1992, che è risultato far ricorso alle sue conoscenze mafiose per alimentare la nascita di Forza Italia».

Secondo Francesco Centonze, difensore di Dell’Utri, la tesi dei pm è «del tutto fantasiosa. Attendiamo la chiusura delle indagini ma da quello che è stato possibile apprendere in questa fase ci sarebbe materiale probatorio che è stato già ampiamente esaminato dalle autorità giudiziarie che, negli ultimi trent’anni, si sono occupate dello stesso periodo storico, ancora oggetto di indagine a Firenze».

14 luglio 2023 (modifica il 14 luglio 2023 | 10:07)