Ciro Grillo, oggi ricomincia il processo: in aula il video del presunto stupro, gli audio e le chat

di Giusi Fasano

Le udienze di oggi e domani saranno le ultime del 2023, prima dei prossimi due appuntamenti in aula già fissati per il 31 gennaio e il 1 febbraio 2024

Ciro Grillo, oggi ricomincia il processo: in aula il video del presunto stupro, gli audio e le chat

Stavolta Beppe Grillo seguirà un altro pezzettino della strada giudiziaria di suo figlio da un letto d’ospedale. Mentre lui è infatti ancora ricoverato a Cecina per accertamenti dopo un malore, riprende oggi il processo per violenza sessuale di gruppo a carico di suo figlio Ciro e degli amici genovesi del ragazzo, Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria.

Oggi e domani sarà di nuovo in aula l’accusatrice principale delle due ragazze che hanno denunciato gli imputati. Silvia — così l’abbiamo sempre chiamata anche se non è il suo nome — nelle due ultime udienze aveva risposto alle domande dei suoi avvocati, Giulia Bongiorno e Dario Romano, a quelle della parte civile dell’altra presunta vittima, Vinicio Nardo e Fiammetta Di Stefano. E aveva cominciato a rispondere ai quesiti di Antonella Cuccureddu, che assieme a Gennaro Velle difende uno dei ragazzi, Francesco Corsiglia.

Già quelle ultime due udienze erano state a tratti drammatiche, con lei che si è interrotta più volte fra le lacrime e che ha confessato alla corte di aver avuto istinti suicidi «dopo i fatti». Ma in queste due nuove udienze si andrà oltre le domande e, se possibile, sarà ancora più alto il carico emotivo.

Si entrerà in un territorio nel quale lei, Silvia, non ha mai voluto mettere piede, in questi quattro anni e mezzo: quello dei video, degli audio, della ricostruzione dei messaggio e delle chat. Insomma: del materiale informatico. Il filmato, in particolare. Lo stesso di cui ad aprile del 2021 parlò il fondatore e garante del Movimento cinquestelle, Beppe Grillo: un video che a suo dire dimostrerebbe «passaggio per passaggio» la «consenzietà» della ragazza. Grillo padre su quel breve filmato ci costruì un videomessaggio per il mondo, perché il mondo sapesse che «non è vero niente che c’è stato lo stupro». Fu un boomerang, se non altro perché accese tutti assieme i riflettori su questa storia, come non era mai accaduto da quando era scoppiato il caso.

Adesso, dopo tutto questo tempo, i giudici del tribunale di Tempio Pausania, vedranno quelle stesse immagini e chissà quale sarà la reazione di Silvia che probabilmente non potrà fare a meno di guardarle e ricordare di quella mattina: il 17 luglio 2019.

All’epoca erano tutti 19enni. I ragazzi oggi sott’accusa, ma anche le due ragazze presunte vittime degli abusi: Silvia e la sua amica Roberta (nome di fantasia).

Roberta ha già chiuso nei mesi scorsi la sua ricostruzione in aula davanti al tribunale. Ma nel suo caso il racconto non riguardava una testimonianza diretta della presunta violenza perché l’abuso nei suoi confronti (tra l’altro ammesso dai ragazzi come una «goliardata») è consistito nello scattare e girare immagini a sfondo sessuale, accanto a lei che dormiva sul divano e che non si è accorta di nulla.

Ben più grave, invece, quel che racconta Silvia, cioè lo stupro all’inizio di uno soltanto dei ragazzi (Corsiglia) e poi di tutti e quattro assieme dopo che l’hanno costretta a bere da una bottiglia di vodka. I ragazzi negano tutto: nessuno l’ha costretta a bere, giurano («ha bevuto lei qualche sorso per conto suo») e nessuno l’ha violentata («era consapevole, consenziente e presente a se stessa»).

Le udienze di oggi e di domani son le ultime due di questo 2023, prima dei prossimi due appuntamenti in aula già fissati per il 31 gennaio e il 1 febbraio 2024. Previsioni (azzardate) sull’arrivo della sentenza: entro l’estate prossima.

Salvo intoppi e approfondimenti che potrebbero allungare i tempi. In aula — a Tempio Pausania perché i fatti sono avvenuti a Cala di Volpe, la casa delle vacanze estive dove Ciro Grillo aveva invitato gli amici — il processo è arrivato a marzo del 2022, dopo quasi tre anni di indagini segnate anche dalla lentezza imposta dalla pandemia. Anni di graticola per tutte le parti in causa e, appunto, non è ancora finita. Chiusa la deposizione di Silvia ci saranno poi altri testimoni da sentire e, soprattutto, presto toccherà agli imputati.


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13 dicembre 2023 (modifica il 13 dicembre 2023 | 07:53)