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Migranti, due naufragi in Tunisia: 29 morti

26 marzo 2023 | 12.07
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Una imbarcazione era diretta in Italia. L'appello all'Ue: "Salvate la Tunisia, Occidente faccia primo passo"

Immagine di repertorio (Afp)
Immagine di repertorio (Afp)

E' salito a 29 il numero dei morti in due naufragi al largo della Tunisia. Secondo quanto riferito da un portavoce della Guardia nazionale di Tunisi, sono stati recuperati dieci corpi dopo che un barcone si è rovesciato in mare al largo della costa di Mahdia. Si tratta della seconda imbarcazione a naufragare in poche ore, dopo che già 19 persone erano morte la scorsa notte tentando di arrivare in Italia come riportato dall'emittente tunisina Radio Mosaique, citando il portavoce del Forum tunisino per i diritti economici e sociali, Romdhane Ben Amor.

"Bisogna salvare la Tunisia, l'Occidente faccia il primo passo". E' intanto l'appello che arriva dal Paese nordafricano, dove anche oggi si contano nuove partenze e nuovi morti tra i migranti salpati dalle coste tunisine, con centinaia di migliaia di subsahariani pronti a imbarcarsi. Nel giorno in cui arriva il commissario all'Economia, Paolo Gentiloni, fonti tunisine chiedono all'Europa di fare massima pressione sul Fondo monetario internazionale (Fmi) perché sblocchi il pacchetto di aiuti da 1,9 miliardi dollari, il cui via libera Washington condiziona a una serie di riforme che la Tunisia di Kaid Saied non si può permettere senza innescare nuove tensioni sociali.

"Lo sblocco del pacchetto è fondamentale per dare ricchezza a questo Paese. Bisogna farlo crescere, investendo anzitutto nella formazione, dare un futuro ai giovani", spiegano all'Adnkronos le fonti, che esortano a trovare "un punto di equilibrio" tra le richieste del Fondo e l'atteggiamento del loro primo azionista, gli Stati Uniti, e la disponibilità della Tunisia a fare le riforme sollecitate, ma con un approccio più graduale, come sostenuto dall'Italia. Che dopo l'incontro a Bruxelles tra il premier Giorgia Meloni ed il presidente francese Emmanuel Macron può adesso contare ancora di più sul sostegno della Francia nel suo pressing su Washington.

Nessuno ha interesse che la Tunisia diventi uno 'stato fallito', ma per questo il pacchetto deve essere sbloccato al più presto ed è "l'Occidente che dovrebbe fare il primo passo", si chiede nel Paese nordafricano, 'assediato' dalle centinaia di migliaia di migranti subsahariani, che in Tunisia entrano con un regolare visto turistico di 90 giorni, scaduti i quali restano fino a che non riescono a partire per le coste italiane.

"Numeri che finora non si erano mai visti, conseguenza di due anni di Covid e di un anno di guerra che hanno impoverito ancora di più l'Africa subsahariana, mentre sono entrati in gioco nuovi attori sul mercato dei trafficanti di esseri umani", che per il momento escludono un ruolo preponderante di Wagner in questa partita. E se la Tunisia riuscirà a riprendere il controllo della situazione riuscirà anche a controllare meglio le frontiere, smantellando le reti di trafficanti che hanno approfittato della fragilità del Paese in questi anni. Ma serve anche che l'Europa - che prepara a fine aprile una missione del commissario agli Affari interni Ylva Johansson, insieme al ministro dell'Interno Matteo Piantedosi - metta in piedi un sistema più efficiente di rimpatri nei Paesi di origine.

"Tra gli obiettivi principali della Tunisia c'è quello di far tornare il turismo, crollato prima per gli attentati e poi per il Covid, che per il Paese è un settore vitale", sottolineano le fonti, che parlano di qualche segnale incoraggiante di ripresa. E poi ci sono progetti come Elmed, il cavo elettrico sottomarino tra Italia e Tunisia messo a punto da Terna e Steg con un finanziamento dell'Ue, che potrebbe essere "un moltiplicatore di opportunità e occasioni", fanno notare alcuni analisti. La Tunisia "non fallirà - concludono - è un Paese troppo importante per gli equilibri regionali, ma bisogna fare presto".

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