Crisi Napoli, la situazione di Mazzarri e la lunga telefonata con De Laurentiis
Oltre il buio c’è il precipizio e ci vuole un attimo per ruzzolare dentro una crisi senza ritorno.
Forse il Napoli dovrebbe smetterla di scucchiaiare sulla glassa del 2023, è stato un gran bel tempo che gli è appartenuto, la fusione magica di un’Idea alta, la proiezione in una favola costruita nelle sue varie fi gure: ma quell’epoca è sfilata via e ora che Spalletti e Giuntoli appartengono esclusivamente alla memoria, coprotagonisti di un capolavoro (quasi) senza precedenti, Aurelio De Laurentiis - che per lo scudetto un ruolo prestigioso e riconosciuto l’ha avuto - sa che per evitare un catastrofi co declino deve semplicemente recuperare le stimmate del manager moderno, misteriosamente sparito nell’apoteosi.
Il miracolo all’incontrario ha cause e però anche effetti, ma prima di gettare l’acqua con i bambini, può aiutare porsi domande banalissime, chiedersi come, quando e soprattutto perché in sei mesi la Grande Bellezza sia stata sfigurata con l’acido di un ambiente avvelenato.
E almeno dinnanzi ad uno specchio, pur con le rughe di quest’inverno divenuto calcisticamente terrificante con il 3-0 di Torino, sarà vietato mentirsi.