Mercoledì 24 Aprile 2024

Apple-Fbi, i federali sbloccano l'iPhone del killer. Cupertino: "Pericoloso precedente"

Gli agenti federali hanno sbloccato lo smartphone di Syed Rizwan Farook, l'attentatore di San Bernardino senza l'aiuto di Apple, che si era opposta per una questione di privacy. Cupertino: "Sbagliato e un pericoloso precedente"

Il logo di Apple (Ansa)

Il logo di Apple (Ansa)

Los Angeles, 29 marzo 2016  - Alla fine l'Fbi ha fatto da solo e ha sbloccato lo smartphone del killer di San Bernardino. Dai federali uno smacco a Apple. Risolto il braccio di ferro che aveva visto Cupertino opporsi alla richiesta di sblocco del telefonino del killer che il 2 dicembre scorso uccise 14 persone in California. "Facendoci assistere da una terza parte siamo riusciti a sboccare l'iPhone senza compromettere alcuna informazione", ha annunciato il procuratore federale Eileen Decker.

I federali hanno così deciso di chiudere la contesa legale con Apple e con i giganti che si erano schierati a fianco di Cupertino in difesa del diritto alla privacy, Google e Facebook.

Ma la disputa sul telefonino di Syed Rizwan Farook, l'attentatore di San Bernardino, però potrebbe non essere finita qui, perché la Apple aveva messo ben in chiaro che, se i federali fossero riusciti ad 'aprire' il dispositivo, Cupertino avrebbe chiesto di conoscere il metodo utilizzato. 

"Dal punto di vista legale non è detto che la battaglia sia finita", spiega al New York Times Esha Bhandari, avvocato della American Civil Liberties Union (Aclu), sottolineando che il governo potrebbe rifiutare di condividere le scoperte con la Apple, decidendo che l'informazione è 'top secret'.

APPLE - "Fin dall'inizio abbiamo contestato la richiesta dell'Fbi di costruire una backdoor nell'iPhone credendo fosse sbagliato e un pericoloso precedente. Questo caso non avrebbe mai dovuto essere aperto. Crediamo profondamente che le persone negli Usa e in tutto il mondo abbiano il diritto alla protezione di dati, sicurezza e privacy. Sacrificare un principio in nome di un altro pone le persone e i paesi in una posizione di maggiore rischio". "Questo caso - aggiunge Apple - ha sollevato tematiche che meritano un dibattito nazionale sulle nostre libertà civili, la nostra sicurezza collettiva e la privacy. Apple resta impegnata a partecipare a questa discussione. Noi continueremo ad aiutare le forze dell'ordine con le loro indagini, come abbiamo sempre fatto, e continueremo ad aumentare la sicurezza dei nostri prodotti mentre le minacce e gli attacchi contro i nostri dati diventano più frequenti e più sofisticati".