Roma, Marino scioglie la riserva: «Non mi ricandido a sindaco»

Roma, Marino scioglie la riserva: «Non mi ricandido a sindaco»
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Giovedì 31 Marzo 2016, 19:53 - Ultimo aggiornamento: 1 Aprile, 10:51

Ignazio Marino rompe gli indugi e, dopo mesi di attesa, annuncia che non si ricandiderà per Roma. Lo fa tra la commozione dei suoi supporter riuniti alla libreria Feltrinelli per la presentazione del suo libro «Un marziano a Roma». «Vi chiedo di scegliere insieme un uomo o una donna che non sia io, che possa guidare la città di Roma, vincere le elezioni e continuare il lavoro fatto», dice il chirurgo dem ai suoi sostenitori. In sala, tra i cartelli «ricandidati» e i cori «torna», cala il gelo, qualcuno addirittura piange. La domanda più ricorrente è: «Ora chi votiamo?».

Attorno a Marino dai giorni della caduta si è stretto un nocciolo duro di persone, poi riunite nell'associazione 'Parte Civilè. Ed è a loro che il "marziano" dedica il tanto atteso annuncio: «Io ho molto riflettuto e penso che il candidato sindaco debba avere delle caratteristiche che in questo momento nessuno dei candidati ufficiali ha. Deve provenire, in una fase in cui i partiti hanno dato il peggio di sè, dalla società civile, non deve essere scelto da qualcuno in qualche stanza ma si deve di mettere a disposizione di Roma per 5-10 anni. Io mi iscriverò a Parte Civile». Tra chi sogna che l'associazione possa diventare un movimento nazionale in chiave anti-renziana e chi ancora deve «elaborare il lutto» del «no» di Marino, iniziano a circolare già i primi "papabili" per una candidatura civica. Uno tra tutti quello dell'ormai indipendente Luigi Nieri, primo vicesindaco del chirurgo dem presente alla presentazione di questa sera e citato varie volte dall'ex sindaco in termini lusinghieri.

Lui nega con fermezza qualsiasi futuro coinvolgimento elettorale, ma nei capannelli fuori dalla libreria il suo nome è ricorrente. «Sarà lui, Caudo, la Cattoi (questi ultimi assessori fedelissimi della giunta Marino, ndr)?», si chiedono i fan del"'marziano". Ma qualcuno ipotizza anche un ritorno in scena di Massimo Bray (ex ministro alla cultura del Governo Letta, che però già due volte ha declinato l'invito) o qualche new entry, per esempio una rappresentante della stessa Parte Civile. Da parte sua, il candidato Pd Roberto Giachetti prosegue lungo la strada del fair play: «Non ho mai polemizzato con Marino, figuriamoci ora. Bisogna pensare alla città». Con lui si schierano Bruno Tabacci (Centro Democratico) e, sembra, pure i Radicali. Marino, invece, lo attacca a testa bassa, sulla dimissioni che Giachetti non ha ancora dato dalla Camera e non solo: «Nel 2008 Rutelli non è andato bene, ora hanno scelto il capo gabinetto di Rutelli. La prossima volta cercheremo il candidato tra gli uscieri della giunta Rutelli degli anni '90....In questo momento le persone devono venire dalla società civile».

Marino parla di Giachetti ma il suo obiettivo principale è sempre lo stesso: Matteo Renzi, reo, a suo parere, di aver orchestrato la sua "defenestrazione" e innescato il gap di democrazia a Roma. Questa sera lo incalza sulle trivelle, sulla riforma del senato definita un imbroglio. E chissà che questo passo indietro sul fronte romano non sia il trampolino di lancio per una battaglia nazionale. Secondo alcuni retroscena Massimo D'Alema sarebbe dietro una candidatura di Marino alla segreteria nazionale del Pd. I prossimi mesi saranno chiarificatori.

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