L’idea era stata lanciata dall’amministratore delegato Giuseppe Bono negli scorsi giorni. Ed è piaciuta al governo. Che prima ha parlato in maniera sibillina di “un’azienda di Stato” e poi ha chiarito che la ‘prescelta’ per la ricostruzione del ponte Morandi, almeno nelle intenzioni, è proprio Fincantieri. Una soluzione che non dispiace anche al governatore della Liguria e commissario per l’emergenza, Giovanni Toti, più cauto però sulla fattibilità, perché, sottolinea, “per le norme vigenti spetta a Società Autostrade“. Eppure, dopo un titolo su Repubblica.it (“Scontro sulla ricostruzione”), lo scontro nasce per davvero. Prima è Luigi Di Maio a scrivere: “Toti vuol far ricostruire il ponte Morandi ad Autostrade? Lo dica alle famiglie delle vittime”. Il governatore replica inizialmente cauto: “Di Maio sa bene che al di là delle chiacchiere quel ponte è ancora oggi nella concessione. Che poi lo possa fare Fincantieri o un’altra azienda di Stato, già abbiamo detto di essere tutti d’accordo“. Poi in serata rincara la dose: “Non aspetterò la caducazione della concessione ad Autostrade e tutto il cucuzzaro della politica italiana che litiga sulla pelle dei genovesi senza ponte”.

Di Maio e Danilo Toninelli sembrano però voler correre veloci verso la soluzione Fincantieri per rimettere in piedi il viadotto collassato il 14 agosto. Di certo, annuncia il vicepremier, non sarà Autostrade perché “non ci si può fidare”. L’azienda pubblica della cantieristica navale, che ha la sua sede principale proprio a Genova, “è un’eccellenza mondiale”, ha detto Di Maio. “Possono realizzare il ponte in meno di un anno e lo faranno nel cantiere di Genova così da portare anche lavoro e lustro alla città e ai genovesi che si stanno già rimettendo in piedi ma hanno bisogno di tutto il nostro supporto”, spiega il leader del M5s.  L’accoppiata, aggiunge Toninelli durante l’informativa alle commissioni Ambiente riunite, sarà quella con Cassa depositi e prestiti. “Con il timbro dello Stato”, rimarca. Un concetto spiegato così da Di Maio: “Il fatto che sia Fincantieri, con Cassa Depositi e Prestiti, a occuparsi della ricostruzione permetterà allo Stato di avere un controllo molto forte su tutto il processo”.

L’iter non viene escluso dal governatore Toti, che in mattinata era stato possibilista ma più prudente perché “per le norme vigenti spetta a società Autostrade, dovrà provvedere con celerità, accollandosene ovviamente tutte le spese“. Tuttavia, aggiunge, “nulla vieta che Autostrade coinvolga e affidi la realizzazione dell’opera, o parti di questa, a società pubbliche di ingegneria e costruzioni, alcune delle quali sono presenze storiche sul territorio genovese”. Un chiaro riferimento proprio a Fincantieri. “Autorevoli esponenti del governo lo hanno auspicato e lo auspico anche io, né la società Autostrade lo ha mai escluso, al contrario”, scrive sulla sua pagina Facebook. “Così come ogni passaggio dovrà essere monitorato attentamente da tutte le strutture preposte al controllo – conclude – Tutto ciò può avvenire senza scontri, senza ritardi, senza quel surplus di polemiche di cui la politica talvolta sembra non poter fare a meno”.

E la polemica, alla fine, scoppia per davvero. Poco dopo la pubblicazione di un articolo di Repubblica in cui si parla di “scontro” tra i due sulla ricostruzione, il vicepremier twitta: “Toti vuol far ricostruire il ponte Morandi ad Autostrade? Lo dica alle famiglie delle vittime. A rifare il ponte dovrà essere un’azienda di Stato”. Dopo mezz’ora, la replica del governatore: “C’è chi parla troppo, fa poco, e mistifica la realtà. Il ministro Luigi Di Maio sa bene che al di là delle chiacchiere quel ponte è ancora oggi nella concessione di Autostrade. Quindi è Autostrade che deve pagare la ricostruzione e presentare un piano lavori – scrive – Che poi lo possa fare Fincantieri o un’altra azienda di Stato, già abbiamo detto di essere tutti d’accordo. Quindi: Autostrade dia l’incarico di costruire il ponte ad un’azienda pubblica”.

Poi la stoccata: “Non si onora la memoria delle vittime ritardando la ricostruzione del ponte. Dal Governo mi aspetto fatti, non parole, men che meno polemiche – conclude – Non voglio Genova e la Liguria debbano aspettare anni di liti giudiziarie, o anni di dibattito parlamentare per riavere il proprio ponte. Grazie a ragionamenti come questo qualcuno ci ha già fatto perdere tante opportunità, vedi la Gronda“. E su Twitter Toti rilancia: “Caro Di Maio, io sto andando avanti spedito per ridare un ponte a Genova seguendo quanto stabilito dalla legge. Se non vi va bene cambiate la legge invece di fare polemica. Non eravate per la legalità? Siete al Governo…meno parole e almeno qualche fatto”.

Parole ancora più dure arrivano in serata, quando il governatore è intervistato dall’emittente tv ligure Primocanale. “E’ evidente che ogni procedura che cambierà la status giuridico del ponte Morandi rallenterà la ricostruzione, non avremo chi appalta i lavori, né chi li paga, a meno che non ci sia un provvedimento: il Governo lo sequestri, lo occupi con i militari, lo espropri, se lo intestino come proprietà personale Di Maio, Toninelli e anche Di Battista, che sta in Sud America, facciano quello che ritengano. Sono al Governo”, dice Toti. Che poi chiarisce: “Non aspetterò la caducazione della concessione a Società Autostrade secondo il procedimento del ministro Toninelli che può durare abbondantemente dei mesi e noi dovremmo stare a guardare mentre il ministro Toninelli, Società Autostrade, Di Maio e tutto il cucuzzaro della politica italiana litiga sulla pelle dei genovesi senza ponte”, è la sua presa di posizione.

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Ponte Morandi, Delrio (Pd): “Ci aspettavamo proposte concrete. Non c’è niente per Genova e genovesi”

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