19 ottobre 2018 - 11:58

Pallavolo, l’Italia si prende la finale: Cina battuta 3-2 al tie break. Sabato con la Serbia per l’oro|Immensa Egonu: il martello frantuma record

A Yokohama le azzurre vincono in semifinale: sfideranno la Serbia in finale

di Eleonora Cozzari

Paola Egonu (Afp/Nogi) Paola Egonu (Afp/Nogi)
shadow

Oggi come il 2002. L’Italia batte la Cina campione olimpica 3-2 (25-18, 21-25, 25-16, 29-31, 17-15) e conquista la finale del Mondiale. Domani alle 12:40 (diretta su Rai 2) queste quattordici, grandissime donne azzurre giocheranno per la medaglia d’oro, contro la Serbia regina d’Europa, che all’alba ha sconfitto l’Olanda. Lezione di carattere, determinazione e fermezza assoluta per la Nazionale femminile. Alla parola resilienza si dovrebbe dare il volto azzurro delle ragazze della pallavolo.

Immensa Egonu

Paola Egonu si trasforma in Elisa Togut e nel finale di un tie break di un’intensità pazzesca, fa tutto lei (sette punti dall’ace del 14-12 alla palla che vale il sogno). Siamo qui perché quelli che mette a terra sono di più di quelli che invece no. Se la perfezione non può avere 19 anni, i fenomeni sì. L’Italia ha Paola Egonu. 45 punti in cinque set sono un record mondiale. Le azzurre scendono in campo concentratissime. Con un attacco di Miriam Sylla doppiano la Cina già sul 12-6 del primo set. Quando Danesi chiude a terra due punti consecutivi, un primo tempo e un muro, il parziale è in cassaforte: 22-14. Chiude Chirichella. Le ragazze mettono pressione al servizio e giocano con continuità. Impossibile pensare che le campionesse olimpiche però siano queste.

Mondiali volley, l’Italia contro la Serbia per vendicare Rio e completare la crescita: i 5 punti chiave del successo sulla Cina
Boskovic e le ragazze d’argento

Altalena

Il secondo set è una battaglia. L’Italia abbassa la guardia, Zhu allunga 13-10, una fast di Yuan mantiene 15-17. Fino al 18-20 di Sylla. Il punto del 19-20 è un mistero. Non c’è invasione né tocco dell’Italia, la palla va fuori. La «moviola» conferma ma l’arbitro, invece di dare punto alle azzurre, fa ripetere. Sylla attacca fortissimo e il punto se lo prende comunque. Si chiama carattere. Peccato che poi la Cina con una «pipe» (attacco di seconda linea) di Zhu e due ace consecutivi di Hu entrata in campo proprio al servizio, castighi le azzurre. La partita torna in parità: 1-1.

La svolta e l’equilibrio

Nel terzo parziale l’Italia parte contratta (1-4) ma si riprende subito e sorpassa le cinesi con cinque punti consecutivi: 12-8. Egonu mette le ali e chiude di tutto, attacchi a rete (19-13) e dai nove metri. Sono due ace dell’opposto azzurro che firmano il 25-16. Avanti 2-1, nel quarto set l’Italia difende, combatte, recupera lo svantaggio (da 15-18 a 19-18) e allunga con Sylla 23-21. Poi subisce il ritorno delle asiatiche (23-24) e inizia la sfida punto su punto.

Tie break da batticuore

Per decretare se sognare o soffrire bisogna aspettare fino al 29-31. Zhu, il talento cinese, schiaccia il punto che vale il tie break. Si combatte palla su palla anche nel quinto. Egonu e Zhu si affrontano a viso aperto: 12-12. Poi un muro di Chirichella e un ace di Egonu sembrano aver risolto la battaglia. Ma non è ancora finita. La Cina annulla i due set point all’Italia che affida le sue sorti a Paola Egonu. Non è uno schema, è un presentimento: 17-15 e gloria assicurata. Per lei e per l’Italia.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
ALTRE NOTIZIE SU CORRIERE.IT