Milano, 23 agosto 2017 - 20:06

Bonus giovani, ci sarà una norma anti-licenziamento. Poletti: «Evitare i comportamenti furbeschi

La conferma del ministro del Lavoro: Le clausole che impediscono comportamenti sbagliati sono previste». Prevista la creazione di 300mila posti di lavoro

(Lapresse) (Lapresse)
shadow

Trecentomila nuovi posti di lavoro “blindati” da una clausola, quella anti-licenziamento. Il bonus giovani prevederà infatti decontribuzioni per le aziende che assumeranno giovani ma anche una norma per tutelare i nuovi contratti. La conferma arriva dallo stesso ministro Giuliano Poletti: «Dobbiamo assolutamente evitare che ci siano comportamenti furbeschi che cerchino di utilizzare in qualche modo le norme», ha detto al Meeting di Rimini.

Tra i «comportamenti furbetti» che il governo intende evitare, Poletti indica la possibilità che qualcuno pensi di mettere altri, «magari al posto di qualche lavoratore che oggi ha un posto di lavoro e deve mantenerlo: noi vogliamo avere più occupati e non uno scambio tra chi c’è e chi arriva», aggiunge il ministro al Welfare arrivando al Meeting di Rimini. «Le clausole che impediscono comportamenti sbagliati sono previste», conclude Poletti. Il governo, inoltre, per le norme di agevolazione all’assunzione dei giovani sta pensando soprattutto a interventi di «decontribuzione» e «non è ancora deciso» se il pacchetto varrà solo sotto i 29 anni.

Il pacchetto di agevolazioni alle assunzioni di giovani allo studio del Governo potrebbe permettere la creazione di 300 mila posti di lavoro: «è una previsione razionale, ragionevole, anche grazie alla mobilità del mercato del lavoro», ha detto Poletti. La stima di 300 mila posti di lavoro, presumibilmente nel 2018, «è plausibile, ogni anno circa un milione di persone entrano e escono dal mondo del lavoro», conclude Poletti.

Il ministro al Welfare risponde anche all’ipotesi che per il pacchetto di agevolazioni si possano stanziare una cifra vicina ai due miliardi: «Sì, naturalmente: dipende dalla possibilità di utilizzare» lo strumento del `bonus giovani´ «su una platea più o meno larga». «Per garanzia giovani dall’Unione Europea abbiamo ottenuto l’innalzamento dell’età da 25 a 29 anni perché la regolazione europea prevedeva fino a 25 anni e noi abbiamo ottenuto di innalzarla fino a 29 anni, ma sappiamo che ogni volta che dobbiamo ottenere una regolazione diversa c’è una trattativa da fare ed è ciò che stiamo facendo», aggiunge Poletti a margine del Meeting di Rimini. «Questa è la strada da percorrere e sulla quale investire, come tra l’altro ripetuto più volte dal presidente del Consiglio: vogliamo fare un passo importante sull’occupazione giovanile, che oggi è l’obiettivo più importante per il nostro Paese», conclude il ministro del Welfare.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
ALTRE NOTIZIE SU CORRIERE.IT