Milano, 12 aprile 2017 - 08:18

Siria, Trump: «Assad è un animale,
malvagio, un macellaio. Con la Russia
non stiamo andando d'accordo»

«Se la Russia non fosse entrata e non avesse sostenuto questo animale», «questa persona veramente malvagia» che è il presidente siriano Bashar Assad, «non avremmo questo problema ora»

Donald Trump con il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg (Afp) Donald Trump con il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg (Afp)
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Il presidente siriano Bashar al Assad è «una persona veramente malvagia», un «macellaio». Sono le parole usate dal presidente americano Donald Trump prima in un'intervista a Fox Business News poi in conferenza stampa, dove ha parlato ancora di Siria. «Se la Russia non fosse entrata e non avesse sostenuto questo animale», «questa persona veramente malvagia» che è il presidente siriano Bashar Assad, «non avremmo questo problema ora». «Lavoreremo con la Nato, che è il baluardo della pace e sicurezza internazionale, per risolvere il disastro in corso in Siria» ha detto Trump tornando sul tema in una conferenza stampa congiunta con il segretario generale delle Nazioni Unite Jens Stoltenberg , in cui ha definito Assad «un macellaio»

«Con Russia non stiamo andando d'accordo»

Ma Trump ha parlato anche di Russia, nel giorno in cui il suo segretario di Stato Tillerson ha incontrato Putin e Lavrov: «Il rapporto con la Russia può essere al punto più basso di tutti i tempi» ha detto il presidente americano «Gli Stati Uniti non stanno andando per nulla d'accordo con Mosca» ha aggiunto. Sottolineando però che «Per gli Stati Uniti e la Nato sarebbe meglio andare d'acordo con la Russia». «Putin è il leader, come andrà il rapporto con lui lo vedremo» ha aggiunto il capo di Stato Usa, che sul rapporto fra Mosca e Damasco si è detto convinto anche che sia «possibile» che la Russia sapesse degli attacchi con il gas da parte del regime di Assad.

I contatti con la Cina

Trump, che la settimana scorsa ha ordinato il primo attacco diretto contro il regime di Assad in Siria, ha anche anticipato: «Stiamo inviando un’armada. Molto potente», riferendosi alla flotta navale Carrier Strike Group 1 partita per la penisola coreana. La flotta è guidata dalla portaerei Uss Carl Vinson ed è composta da cacciatorpedinieri Aegis e altre unità. «Abbiamo sottomarini. Molto potenti. Di gran lunga più potenti della portaerei. Questo posso dirvelo», ha aggiunto Trump. Intanto c’è stata una lunga telefonata fra i leader di Pechino e Washington sulla situazione in Siria e Corea del Nord, i due punti più caldi sull’attuale scenario internazionale. Chiamato dal presidente Usa Donald Trump, il cinese Xi Jinping ha definito «inaccettabile» l’uso delle armi chimiche in Siria, secondo quanto riportato dall’agenzia Nuova Cina, e ha auspicato «una sola voce» in seno al Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Xi ha espresso anche preoccupazione per le tensioni che agitano il continente asiatico. Il leader cinese ha assicurato a Trump che Pechino è intenzionata a collaborare con gli Stati Uniti per convincere la Corea del Nord a porre fine al suo programma militare nucleare ma ribadisce la «necessità di una soluzione attraverso mezzi pacifici». Il capo della Casa Bianca ha inviato la portaerei USS Carl Vinson aircraft verso la penisola coreana come deterrente alle ambizioni missilistiche e nucleari di Pyongyang.

Monito a mezzo stampa

La telefonata giunge all’indomani di un tweet in cui Trump spronava la Cina «a fare di più». A modo suo, Pechino ha già cominciato a fare pressioni con un avvertimento informale alla Corea del Nord a mezzo stampa. In un editoriale sul tabloid cinese Global Times, pubblicato dal Quotidiano del popolo, ossia l’organo ufficiale del Partito comunista cinese, si chiede a Pyongyang di astenersi da ulteriori provocazioni. «Se condurrà il suo sesto test nucleare, la possibilità di un’azione militare degli Stati Uniti sarà più alta che mai —, scrive il tabloid cinese —. Non solo Washington trabocca di fiducia e arroganza dopo l’attacco missilistico alla Siria, ma Trump vuole anche essere visto come un uomo che onora le proprie promesse». Un nuovo test nucleare di Pyongyang, avverte il giornale cinese, dopo le voci delle scorse settimane che lo davano per imminente, sarebbe «uno schiaffo in faccia al governo statunitense» e aumenterà il conflitto tra i due Paesi, e Pechino «presumibilmente reagirà con forza alle nuove azioni nucleari di Pyongyang».

«Evitate errori»

La Cina sostiene la risoluzione della crisi attraverso il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e il ripristino dei colloqui a sei sul nucleare nord-coreano, spiega ancora il quotidiano. «Se gli Stati Uniti intraprenderanno azioni unilaterali, guadagneranno scarso sostegno internazionale. Pyongyang può continuare con il suo duro atteggiamento, ma — conclude il Global Times — «per la propria sicurezza dovrebbe almeno fermare le provocazioni nucleari e missilistiche. Pyongyang dovrebbe evitare di fare errori, questa volta».

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