13 aprile 2018 - 18:44

Fermato furgone al traforo del Monte Bianco, a bordo due chili di tritolo

Ai confini con la Francia. L’autista un bosniaco di 56 anni su cui la Polizia sta facendo accertamenti: per ora esclusi legami con il terrorismo. Nel mezzo trovati candelotti e due detonatori

di Cesare Giuzzi e Gianni Santucci

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La segnalazione parlava di un furgone bianco, un Mercedes Sprinter, targa bosniaca. L’ordine era di fermarlo appena varcato il confine con l’Italia, all’uscita dal traforo del Monte Bianco. L’indicazione, partita dagli investigatori della Narcotici della Squadra mobile di Milano, diceva che a bordo fosse nascosta una partita di droga. Il controllo doveva apparire casuale, tanto che nelle ultime ore la polizia di frontiera aveva fermato decine di mezzi in arrivo dalla Francia. Ma in realtà serviva la conferma di quanto i poliziotti milanesi già ipotizzavano, monitorando una banda di trafficanti slavi. Quel che non si aspettavano, e gli stessi inquirenti l’hanno definita una «sorpresa», è stata la scoperta, al posto della droga, di due chili di tritolo e due detonatori.

Il ritrovamento, nella tarda mattinata di venerdì, ha immediatamente fatto scattare l’allerta terrorismo. Il furgone proveniva dal Belgio ed era diretto nei Balcani. Dopo ore di verifiche frenetiche, gli investigatori hanno escluso legami con ambienti eversivi. Si resta nell’ambito della criminalità organizzata, l’ipotesi più concreta sembra portare a batterie di rapinatori slavi o nomadi. Alla guida del furgone c’era un bosniaco, 56 anni, senza precedenti in Italia, con permesso di soggiorno francese. Sul mezzo, altri quattro connazionali, che ieri sono stati interrogati dal procuratore capo di Aosta, Paolo Fortuna, e dal sostituto Luca Ceccanti. Loro però, almeno secondo le prime informazioni, non avrebbero nulla a che fare con l’esplosivo. Gli investigatori hanno invece fermato il 56enne.

L’esplosivo era nascosto in un vano ricavato nel cruscotto, proprio dietro l’autoradio. I due detonatori si trovavano invece sul retro. Quando gli agenti hanno fermato il furgone, è scattato il controllo approfondito. I poliziotti hanno iniziato a smontare le portiere e poi la plancia del Mercedes, dove hanno scoperto i due «panetti» marrone chiaro, per un totale di due chili di esplosivo. Il tritolo (trinitrotoluene o Tnt) è una sostanza piuttosto stabile, scoppia solo se innescata (dunque non pericolosa da trasportare), ma ha un potenziale altissimo. Per rimuoverlo è stato necessario l’intervento degli artificieri, che hanno messo in sicurezza il piazzale d’accesso al tunnel.

L’inchiesta è ora nelle mani della Procura di Aosta, con il supporto della Digos. Dopo i primi timori — legati anche al fatto che la Bosnia è considerata uno dei Paesi più a rischio per il radicalismo islamico, e molti sono stati gli arresti di bosniaci anche nel Nord Italia per sostegno allo Stato islamico negli ultimi quattro anni — l’Antiterrorismo avrebbe escluso legami tra il 56enne e ambienti jihadisti. I cinque a bordo hanno detto di essere diretti in Croazia. Da lì, probabilmente, avrebbero dovuto raggiungere la Bosnia. Ma su questo le indagini sono all’inizio. Resta da capire a chi fosse destinato l’esplosivo e da dove sia effettivamente partito il carico.

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