Omicidio Ragusa, la vicenda e la sentenza della Cassazione

A distanza di 7 anni Antonio Logli attende la sentenza per l'omicidio della moglie | Ansa - CorriereTv

Roberta Ragusa scompare la notte tra il 13 e 14 gennaio 2012 da Gello (San Giuliano Terme) e da allora di lei si perde ogni traccia. I figli e il marito, Antonio Logli, la mattina del 14 gennaio dichiarano di aver visto la donna lasciare casa in pigiama, accreditando la tesi dell’allontanamento volontario. Nei giorni e nei mesi successivi le ricerche non danno alcun esito. Le indagini si concentrano presto sulla figura del marito, soprattutto dopo la scoperta di una relazione di Logli con la baby sitter. Antonio Logli viene alla fine indagato, ma mai arrestato, con le accuse di omicidio e occultamento di cadavere. A dicembre 2016, a 4 anni dalla scomparsa della moglie, viene condannato a 20 anni di reclusione. I figli Daniele e Alessia credono però alla dichiarazione di innocenza del padre e continuano a vivere in casa con lui e con la baby sitter che nel frattempo si è unita ufficialmente alla famiglia. A marzo 2016 Logli torna a lavorare come amministrativo nella sede della polizia municipale dopo aver vinto un contenzioso con il Comune di San Giuliano Terme. A maggio 2018 la Corte di Appello di Firenze conferma la condanna a 20 anni per Logli che resta libero ma con l’obbligo di residenza e il divieto di allontanamento dalla provincia di Pisa. Mercoledì 10 luglio è attesa la sentenza della Cassazione: due gli scenari possibili. La corte di Cassazione respinge i ricorsi della difesa e conferma la pena per Logli, con immediata esecuzione della pena: per Logli si aprirebbero per la prima volta le porte del carcere; oppure annulla la sentenza di Appello, rinviando gli atti a una nuova corte per l’istruzione di un nuovo processo. Remota la possibilità di un annullamento della sentenza senza rinvio che scagionerebbe definitivamente l’uomo.

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