Torino

Tensione in Val Susa: dopo i sequestri i No Tav rimuovono i sigilli al presidio di San Didero

Un attacco No Tav al cantiere della Torino-Lione

Un attacco No Tav al cantiere della Torino-Lione

 

La Digos in mattinata aveva delimitato le aree usate per le proteste su ordine del tribunale

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Tensione alle 20 a Venaus, in Valsusa, dove alcune decine di attivisti No Tav, tra loro i militanti del centro sociale Askatasuna, hanno provato a oltrepassare i blocchi delle forze dell’ordine per cercare di raggiungere il presidio di San Didero che in mattinata era stato messo sotto sequestro dalla Digos su mandato della procura di Torino insieme a quello dei Mulini in Val Clarea perché ritenuti dal gip punti di ritrovo da cui lanciare attacchi alle aree di cantiere della Torino-Lione.

Ieri sera a Venaus i No Tav, nel tentativo di sfondare il cordone di polizia, si sono contrapposti agli agenti del reparto mobile che li hanno spinti via con gli scudi, poi gli attivisti si sono allontanati. Altri manifestanti si sono radunati nel piazzale di San Didero, hanno tolto i sigilli e rimosso le recinzioni dal presidio sotto sequestro. È stata la risposta organizzata da Askatasuna che già nel pomeriggio di ieri aveva chiamato a raccolta i militanti per le 17 a Venaus dopo i sigilli apposti ai due presidi, a seguito delle perquisizioni eseguite dalla Digos di Torino diretta da Carlo Ambra l’estate scorsa, nel corso delle quali erano stati trovati fuochi d’artificio, scudi, funi e rampini utili a tentare di sradicare le recinzioni del cantiere.

Sul decreto di sequestro preventivo firmato dal gip Ombretta Vanini si elencano, a partire da quello del 12 aprile scorso, una lunga serie di attacchi al cantiere messi a segno dagli attivisti No Tav insieme ai militanti del centro sociale Askatasuna e agli esponenti del movimento ambientalista Friday for future, ispirato all’attivista svedese Greta Thunberg.

In aprile «12 soggetti completamente travisati — è annotato sul decreto — dopo la cena sociale ai presidi No Tav raggiungevano il cancello principale del cantiere a San Didero, mediante l’utilizzo di ganci e funi» sono riusciti a sradicare «alcuni metri di concertina», il filo spinato sopra la recinzione.

Gli attacchi si sono ripetuti il 3 giugno, il 4 giugno, il 21 e il 22 giugno. Ancora un attacco il 31 luglio, ultima giornata del festival dell’Alta felicità. In totale, al termine dei vari blitz, sono state denunciate in procura 60 per persone. Alla luce di questi fatti al gip «appare evidente che la disponibilità» dei due presidi agli attivisti No Tav, «non può che o agevolare la commissione di altri reati». Così sono scattati i sigilli.

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