25 aprile 2019 - 17:25

I rider minacciano i vip: «Non danno la mancia». E pubblicano la lista, da Bonucci e Icardi a Chiara Ferragni

I ciclo-fattorini sulla pagina Deliverance Milano: «Sappiamo cosa mangiate». Lo scopo sarebbe «liberare i dati» sui clienti conservati da Foodora, Glovo e Deliveroo

di Paolo Coccorese

I rider minacciano i vip: «Non danno la mancia». E pubblicano la lista, da Bonucci e Icardi a Chiara Ferragni
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Hanno pubblicato sui social una «lista nera» di clienti vip, accusandoli di non lasciare la mancia, per usarla come arma nella loro battaglia contro le aziende delle consegne a domicilio. È l’ultima mossa — e il tono è minaccioso — dei rider che in bicicletta portano il cibo nelle case di tanti italiani. Nell’elenco ci sono cantanti, influencer, personaggi della tv, manager delle stesse aziende di food delivery, e tanti calciatori ed ex campioni. Da Leonardo Bonucci a Danilo D’Ambrosio, da Philippe Mexes a Cristian Abbiati e Paolo Cannavaro, fino al bomber interista Mauro Icardi con la moglie-manager Wanda Nara. E ancora, la coppia Fedez e Chiara Ferragni, i rapper Marracash, Noyz Narcos, Clementino e Rocco Hunt, Dj Albertino, Platinette. Tanti volti conosciuti e un avvertimento: «Sono star e i vip che regolarmente ordinano con le app e non lasciano la mancia a nessun fattorino, nemmeno in caso di pioggia — scrivono i rider di Deliverance Milano a nome dei colleghi sparsi in tutta Italia —. Ricordatevi sempre una cosa, clienti: entriamo nelle vostre case. Sappiamo tutto di voi: cosa mangiate, dove abitate, che abitudini avete».

Dopo gli scioperi delle consegne e le manifestazioni che hanno riempito le piazze delle grandi città, la protesta dei rider ha cambiato segno. Il richiamo alla mancia e i nomi dei «famosi» messi alla berlina sembrano soprattutto un avviso ai datori di lavoro e a chi compra beni e servizi con il telefonino. L’operazione organizzata dai rider di Deliverance Milano, il collettivo che lontano dai partiti, dai sindacati e dai tavoli istituzionali del governo combatte per i diritti dei fattorini di colossi del take-away digitale (come Deliveroo, Glovo, Just Eat), vuole accendere i riflettori sul «lato oscuro della gig economy». Ricordatevi, dicono i rider, che conosciamo gli indirizzi dei clienti e anche le multinazionali ne sono a conoscenza. Per questo si domandano: «Che cos’è la privacy nel 2019?». Risposta: «Per noi è un nuovo welfare, indotto dal denaro raccolto dalla monetizzazione dei nostri dati e la redistribuzione di tale ricchezza. Ma è anche trasparenza dei conti nelle aziende dell’economia digitale. È il diritto all’oblio e l’accesso libero alla tecnologia».

Insomma, la mancia — che ovviamente è facoltativa e si consegna al rider con clic sullo smartphone — è poco più di un pretesto. Christian Abbiati, l’ex portiere di Milan e Juve, si chiama fuori con una battuta: «I fattorini del cibo mi accusano di non dare la mancia? Dovreste chiedere a mia figlia, è lei che si preoccupa di ordinare da mangiare con le app». Certo, non tutti i clienti aggiungono un compenso per il ragazzo delle consegne: «Sono due mesi che stiamo lavorando a questa black list di persone famose che non lasciano la mancia — dicono da Deliverance Milano —. Il nostro obiettivo? Denunciare la disparità: i residenti delle periferie più povere sono più generosi di quelli che vivono, per esempio, al Bosco Verticale di Milano». Ma tutti, dal centro alle periferie, sono nel database dei rider con nome, cognome, indirizzo e campanello da suonare. Informazioni coperte dalla legge sulla privacy che sembra non funzionare nel mondo del food delivery. «Se l’informazione è potere, noi rider liberiamo i dati!», attacca sui social Deliverance Milano. «Non vogliamo minacciare nessuno, ma spiegare che queste aziende, che si spacciano per start-up, guadagnano anche sui dati dei clienti. I dati personali fanno parte del business di queste aziende».

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