«Voglio essere libero, tornare a divertirmi», ha spiegato Magic prima di versare qualche lacrima anche lui: «Lascio i
Lakers, ma sto per piangere», ha ammesso. «Voglio tornare a essere ciò che ero prima di assumere quest'incarico (febbraio 2017 ndr), ho una bella vita e intendo godermela - ha aggiunto l'ex fuoriclasse maglia n.32 -. Con l'arrivo di LeBron l'estate scorsa siamo a metà strada del nostro cammino, che verrà completato in estate con l'arrivo di altre star. Così spero che i Lakers camminino nella direzione giusta, anche se io non ne farò più parte».
A quanto ha detto lo stesso Magic, nessuno dei vertici della franchigia, a cominciare dalla proprietaria Jeanie Buss, sua grande amica, nè dello staff tecnico era stato avvertito del progetto di abbandono. «Anche se ci siamo visti appena ieri, non ho avuto il coraggio di dirle in faccia che me ne vado perché sarei scoppiato a piangere di fronte a lei, anche se poi lo sto facendo adesso», ha detto l'ex stella del basket parlando della Buss. «Comunque credo di aver fatto la cosa giusta». Anche LeBron James, che era stato convinto proprio da Johnson ad approdare ai Lakers, sarebbe stato all'oscuro. Tra le cause del divorzio, ci sarebbe stato anche il difficile rapporto con coach Luke Walton, che secondo molti il presidente aveva intenzione di allontanare al più presto. «Ma io dico grazie a tutti, compresi i media», ha chiuso Magic glissando sull'argomento.
Da parte della franchigia, solo parole di gratitudine e affetto in una nota ufficiale: «Non c'è un Laker più grande di Earvin Johnson, per quel che ha fatto da giocatore, ambasciatore e dirigente - si legge tra l'altro -. Magic Sarà sempre parte della famiglia, non solo un'icona dei Lakers».