Roma

Vaticano, false fatture: disposto l'arresto per il broker Torzi (ma lui è a Londra, irreperibile)

L'edificio londinese al centro dell'inchiesta
L'edificio londinese al centro dell'inchiesta 
Il mediatore coinvolto nella vicenda della compravendita dell'immobile al n. 60 di Sloane Avenue a Londra, per la quale è sotto inchiesta da parte dell'Autorità Giudiziaria Vaticana, che gli ha contestato un illecito profitto pari a 15 milioni di euro
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Nuovi guai con la giustizia per Gianluigi Torzi. Il broker coinvolto nell’affaire della vendita dell’immobile al civico 60 di Sloane Avenue a Londra, avvenuta nel 2014 per conto della Segreteria di Stato Vaticana, questa volta è entrato nel mirino della guardia di finanza di Roma. I baschi verdi, nell'ambito dell'operazione "Broking bad", stanno eseguendo l'ordinanza di applicazione di misure cautelari richiesta dalla procura della Repubblica di Roma.  Ma l’indagato - classe 1979, già arrestato dalle autorità vaticane, per poi essere rilasciato nel giugno del 2020, è a Londra, irreperibile.

Secondo le accuse avrebbe fatto da intermediario nella vendita del palazzo che è stato acquistato dalla Segreteria di stato grazie alle quote del fondo Athena Capital Global Opportunities, del finanziere Raffaele Mincione. Un’operazione grazie alla quale Torzi avrebbe guadagnato 15 milioni di euro.

Adesso, dopo la richiesta di assistenza giudiziaria formulata dal promotore di giustizia dello Stato della Citta' del Vaticano, la procura di Roma ha ricostruito che parte della somma bonificata a due aziende inglesi dell'imprenditore molisano, sarebbe stata impiegata per l'acquisto di azioni di società quotate in borsa - per un importo di oltre 4,5 milioni di euro, che gli ha consentito, dopo pochi mesi, di conseguire un guadagno di oltre 750.000 euro - e per ripianare il debito di 670.000 euro di altre due aziende allo stesso riferibili. Dagli elementi acquisiti è stato altresì accertato un giro di false fatturazioni. Nell’inchiesta sono coinvolti anche i commercialisti e collaboratori Giacomo Capizzi, Alfredo Camalò e Matteo Del Sette.

Le accuse a carico di Torzi si riferiscono al reato di autoriciclaggio: “Tra il 31 maggio e il 19 novembre 2019 – si legge negli atti – effettuava, attraverso lo schermo della società estera Lighthouse Group Investments Unlimited, una serie di investimenti in azioni di società quotate sul mercato italiano” per un importo di oltre quattro milioni e mezzo di euro, dai quali avrebbe guadagnato oltre 700 mila euro. E ancora il 21 giugno del 2019 avrebbe trasferito oltre un milione di euro da un conto acceso presso la Banque Internazionale Luxembourg Suisse a un altro aperto a Birmingham.

Il tutto supportato dai suoi collaboratori e da fatture e contratti fittizi che avrebbero consentito di evadere imposte sui redditi e valore aggiunto.

La vicenda è scaturita da una denuncia del Direttore Generale dell’Istituto per le Opere di Religione, in seguito a una lettera presentata nel giugno 2019 dalla Segreteria di Stato del Vaticano. Nella missiva si richiedeva un finanziamento da 150 milioni di euro per “ragioni istituzionali”. Le successive indagini hanno dimostrato che parte di quei soldi avrebbero dovuto coprire il mutuo acceso per l’immobile londinese di proprietà di una off-shore. Ma “la Segreteria di Stato – si legge negli atti – non può impiegare in operazioni ad elevato rischio finanziario i fondi ricevuti per finalità benefiche”.

''Appare evidente che Gianluigi Torzi, con la collaborazione attiva di prestanome e di tecnici di fiducia, si serva di numerose società, operanti anche all'estero, come schermo per la propria attività imprenditoriale, in gran parte basata sull'elusione fiscale, provvedendo al reimpiego dei proventi illeciti in speculazioni finanziarie'', si legge nell’ordinanza del gip di Roma, Corrado Cappiello. ''Ciò posto – continua l’atto - deve ritenersi assolutamente concreto ed attuale il pericolo di reiterazione di delitti della stessa specie di quelli per cui si procede da parte degli indagati, tenuto conto della natura non occasionale dei reati contestati''.