Lillio Sforza Ruspoli, una vita tra la destra e la Dolce Vita. Addio all’ultimo principe dell’aristocrazia romana

di Edoardo Sassi

Sforza Marescotto Ruspoli, detto Lillio, aveva 95 anni, sposato in seconde nozze con l’ex attrice Pia Giancaro. Ha vissuto per anni nel palazzo affacciato su via del Corso che da secoli porta il nome della sua famiglia

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Sforza Ruspoli con la figlia Giacinta

È morto a Roma, dopo una lunga malattia, Sforza Marescotto Ruspoli detto Lillio, principe romano erede di una delle più antiche dinastie della nobiltà nera papalina, aveva 95 anni. Nato nel 1927, lo stesso anno della regina Elisabetta II d’Inghilterra, ne era divertito e lo ricordava orgogliosamente. «Sono nato pochi mesi prima di queen Elizabeth - aveva confidato alla figlia Claudia- siamo come due fratelli siamesi». E non dimenticava di aver danzato con lei nei saloni di Palazzo Colonna quando ancora non era regina, ma erede al trono di Albione.

Figlio secondogenito di Francesco Ruspoli, VIII principe di Cerveteri e di Claudia Matarazzo. Due mogli, primo matrimonio di stampo aristocratico con una Borghese Salviati, l’ultimo con l’ex attrice Pia Giancaro (all’anagrafe Maria Pia Giamporcaro).

Cattolico intransigente (la famiglia Ruspoli, da secoli, ha sempre rappresentato l’impegno e la fedeltà assoluta alla Chiesa e al Pontefice in carica), era noto anche per le sue simpatie politiche e per la lunga militanza nella destra. Nel 2017 si era candidato a sindaco di Cerveteri (non eletto, a capo di una lista civica intitolata «Nessun dorma…»). In passato era stato eletto (per la Destra Nazionale) anche nel Consiglio comunale della sua città, la stessa dove la sua famiglia visse per quasi un millennio, allocata dall’inizio del XVIII secolo nel grande palazzo di via del Corso, che i Ruspoli acquistarono dai Caetani.

Fratello minore dell’eccentrico Dado, gran protagonista della mondanità negli anni della Dolce vita, Lillio, principe di Cerveteri, era stato ambasciatore dell’Ordine di Malta che lasciò, causa divergenze d’intenti, nel 2019. «Una decisione molto sofferta dopo ben 70 anni di servizio nell’Ordine, sono entrato nel 1949 ed è veramente doloroso lasciare il campo che per me è sempre stato quello della battaglia a difesa di papa Francesco e di Santa Romana Chiesa», spiegò in una intervista al Corriere della Sera.

Tra le «cariche» di cui andava particolarmente orgoglioso, l’elezione a membro dell’Accademia Pontificia di Belle Arti e Lettere, la «delega» per Roma e il Lazio dell’Ordine Costantiniano di San Giorgio. Nel 2006, il ministro dell’Economia del governo Berlusconi Giulio Tremonti, fece il nome di Sforza Ruspoli per guidare la vicepresidenza della Banca del Sud.

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25 ottobre 2022 (modifica il 26 ottobre 2022 | 07:56)