1 luglio 2020 - 18:39

Regeni: pm Roma, chiarire il ruolo degli altri agenti egiziani. La famiglia: richiamare l’ambasciatore

È la novità contenuta nella nota diffusa dalla procura di Roma al termine dell’incontro in videoconferenza, con gli omologhi egiziani. Per i genitori della vittima si è trattato di un’iniziativa «fallimentare»

di Redazione Roma

Regeni: pm Roma, chiarire il ruolo degli altri agenti egiziani. La famiglia: richiamare l'ambasciatore
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Nella rogatoria inviata circa un anno e mezzo fa dai pm di Roma alle autorità egiziane si chiedeva di «mettere a fuoco il ruolo di altri soggetti della National Security che risultano in stretti rapporti con gli attuali cinque indagati». È la novità contenuta nella nota diffusa dalla procura di Roma al termine dell’incontro avvenuto, in videoconferenza, con gli omologhi egiziani.

Nel corso della videoconferenza che si è tenuta oggi tra i magistrati di Roma e de Il Cairo che si occupano del caso Regeni, gli inquirenti egiziani hanno chiesto informazioni sulle attività del ricercatore torturato e ucciso nel 2016. Il procuratore generale egiziano «ha formulato - si legge in una nota diffusa dalla procura di Roma - alcune richieste investigative finalizzate a delineare meglio l’attività di Giulio Regeni in Egitto». Nella nota si sottolinea che il procuratore egiziano «ha ribadito la ferma volontà del suo Paese e del suo ufficio di arrivare a individuare i responsabili dei fatti e per questo ha affermato che l’incontro ha costituito un passo decisivo nello sviluppo dei rapporti di collaborazione con l’auspicio di raccoglierne esiti fruttuosi».

Sempre più delusi e amareggiati i familiari del ragazzo ucciso: «Gli egiziani si sono permessi di formulare istanze investigative sull’attività di Giulio in Egitto. Istanze che oggi, dopo quattro anni e mezzo dalla sua uccisione, senza che nessuna indagine sugli assassini e sui loro mandanti sia stata seriamente svolta al Cairo, suona offensiva e provocatoria. Nonostante le continue promesse non c’è stata da parte egiziana nessuna reale collaborazione». È quanto si legge nella nota di Paola e Claudio Regeni, genitori di Giulio, e del loro avvocato Alessandra Ballerini in merito all’incontro di oggi . «Chi sosteneva che la migliore strategia nei confronti degli egiziani per ottenere verità fosse quella della condiscendenza, chi pensava che fare affari, vendere armi e navi di guerra, stringere mani e guardare negli occhi gli interlocutori egiziani fosse funzionale ad ottenere collaborazione giudiziaria, oggi sa di aver fallito. Richiamare l’ambasciatore oggi è l’unica strada percorribile», prosegue la nota: «A leggere il comunicato della procura di Roma è evidente che l’incontro virtuale di oggi con la procura egiziana è stato fallimentare».

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