21 luglio 2018 - 10:50

Roma, scontrino con offesa a coppia gay: «Era solo uno scherzo»: licenziato in tronco il cameriere

La scritta stampata sulla ricevuta alla fine di una cena. La coppia ha provato a chiederne conto al cameriere, che ha parlato di errore del computer e poi di scherzo. La proprietaria ha minimizzato e poi offerto la cena per chiudere la vicenda

di Valentina Santarpia

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«Pecorino no, frocio sì»: è stato licenziato in tronco il cameriere autore della scritta stampata sullo scontrino con cui nel ristorante di Roma, la Locanda Rigatoni, vicino piazza San Giovanni, dove lavorava fino a oggi, ha congedato una coppia di avventori gay. A raccontare la storia è S., un ragazzo romano di 21 anni, che dopo la cena con il suo fidanzato ha denunciato il fatto al sito LGBT Bitchyf e a Gay Help Line, la linea telefonica che offre supporto legale ai gay. La coppia era andata al ristorante per trascorrere una serata tranquilla. I due ragazzi hanno ordinato dei primi, e chiesto di sostituire il pecorino col parmigiano.

La cena offerta dalla proprietaria

Ma alla fine della cena, quando è arrivato lo scontrino, si sono trovati di fronte ad un’amarissima sorpresa: sullo scontrino c’era infatti l’offesa, di cui hanno chiesto conto al cameriere. Lui prima ha parlato di «errore» del computer, poi di «scherzo». E quando i due hanno provato a spiegargli che per loro quella scritta era offensiva, è intervenuta la proprietaria della locanda. Anche lei ha cercato di minimizzare, attribuendo l’errore al computer. E alla fine ha detto che non gli avrebbe fatto pagare il conto, per «risolvere» in maniera bonaria la questione. Ma nessuno si è scusato coi ragazzi: anzi, il cameriere li ha rimproverati di avergli fatto fare una pessima figura davanti ai clienti.

Le scuse del ristorante

Oggi, sabato, dopo la denuncia sui media, il ristorante ha fatto marcia indietro, spiegando che il cameriere era «un giovane che collabora con il ristorante solo nei giorni di maggiore afflusso». Proprietà e dipendenti del ristorante si dicono dispiaciuti per l’accaduto, sottolineando di non essere affatto omofobi, di essere anzi un locale «gay-friendly» che ha anche ospitato diverse volte feste ed eventi «arcobaleno», compreso il festeggiamento per una unione civile. Nel frattempo il profilo facebook del locale e le pagine di recensioni gastronomiche sono stati inondati di critiche per l’episodio, con centinaia di messaggi a cui il ristorante ha replicato con una nota ufficiale, parlando di fatto «grave» e «atto inqualificabile» da cui «tutta la direzione e il personale della Locanda Rigatoni prende le più decise e convinte distanze»: «La proprietà, lo staff del locale e la direttrice da sempre considerano la Locanda Rigatoni la casa di tutti. Siamo da tempo impegnati in programmi per l’integrazione di rifugiati nel nostro locale e chiediamo ufficialmente alla comunità Lgbt di costruire insieme un percorso per riaffermare i valori di tolleranza, rispetto e apertura, che sono da sempre gli elementi fondanti del nostro modo di fare ristorazione».

«Si tolga la licenza»

Parla di «fatto molto grave» anche Fabrizio Marrazzo, responsabile di Gay Help line. «Purtroppo ogni anno riceviamo oltre 20 mila contatti al nostro servizio, per episodi di omofobia, e molti di questi episodi sono visti come divertenti dagli aggressori, anche in caso di violenza. Non è accettabile- continua Marrazzo- che una coppia gay non possa andare in un ristorante nel centro della Capitale senza venire offesa e rovinarsi la serata». Marrazzo chiede quindi alla sindaca Virginia Raggi di revocare la licenza al ristorante e valutare anche le sanzioni da adottare. «I ristoranti sono locali con licenza pubblica e pertanto azioni discriminatorie non possono essere consentite».

La condanna del Campidoglio e del Codacons

«Gravissimo l'episodio di omofobia denunciato da Gay Center, che ha raccolto la testimonianza di due clienti di un ristorante in zona San Giovanni. Condanniamo apertamente ogni forma di discriminazione e scherno lesive di dignità e libertà personali», scrivono in una nota Carlo Cafarotti, assessore allo Sviluppo Economico, Turismo e Lavoro di Roma Capitale e Flavia Marzano, assessore alla Roma Semplice. «Quanto al contesto in cui si sono consumate le offese, ricordiamo che Roma è, e rimarrà, Capitale dell'inclusione e dell'accoglienza, tanto da aver istituito proprio per i professionisti che lavorano con il pubblico - ristoratori, albergatori, tassisti - corsi formativi incentrati sul `galateo dell'accoglienza´. Saranno avviate in ogni caso le opportune verifiche, anche a seguito dell'eventuale denuncia. Esprimiamo solidarietà ai due ragazzi vittime dell'ignoranza. Episodi simili offendono tutta la città», concludono. Anche il Codacons è intervenuto sulla vicenda: «Offese di questo tipo danneggiano l'immagine di Roma agli occhi del mondo, e hanno effetti devastanti anche sul fronte del turismo», dice il presidente Carlo Rienzi.

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