Milano, 23 agosto 2017 - 15:38

Roma, via Mazzillo: al Bilancio arriva da Livorno Gianni Lemmetti Chi è

Nella città toscana ha gestito la questione Aamps, la partecipata al 100% del Comune che si occupa di ambiente e rifiuti. Il silurato: «Non ne so nulla». Il Pd: su quella poltrona è il quarto in un anno

Gianni Lemmetti Gianni Lemmetti
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Nuovo rimpasto nella giunta capitolina: fuori il responsabile del Bilancio Andrea Mazzillo, dentro Gianni Lemmetti, che ricopriva lo stesso incarico a Livorno nell’amministrazione guidata da Filippo Nogarin. A confermare i rumors che si rincorrono per tutto il giorno, dentro e fuori Palazzo Senatorio, è Virginia Raggi. Rientrata dalle vacanze in Corsica, la sindaca prima congeda Mazzillo: «Lo ringrazio, gli confermo la mia stima, ma la priorità resta il progetto che ha portato il Movimento Cinque Stelle in Campidoglio». E subito dopo ufficializza la new entry: «Do il benvenuto in squadra a Lemmetti. Abbiamo davanti una sfida importante e allo stesso tempo difficile: rilanciare la nostra città e risollevarla dal baratro in cui l’hanno gettata». Alla scelta di Lemmetti si è arrivati «dopo un lungo confronto» tra Raggi e Nogarin, come ha sottolineato il sindaco di Livorno. E a fine mese, dopo che l’assessore a tempo Massimo Colomban presenterà il suo piano per le Partecipate, arriverà il nuovo candidato in pectore destinato a prendere il suo posto. Nel comune toscano Lemmetti ha gestito la delicata questione di Aamps, la partecipata dei rifiuti gravata da una pesante situazione finanziaria, per la quale indicò la strada del concordato preventivo in continuità. A Roma ritroverà l’avvocato genovese Luca Lanzalone, presidente di Acea, che a Livorno aveva collaborato al dossier Aamps.

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Sotto osservazione dopo aver criticato lo strapotere dell’asse Grillo-Casaleggio, Mazzillo sarebbe dovuto restare in carica fino al 30 settembre per l’approvazione del bilancio consolidato. I primi segnali che il suo ruolo fosse sempre più in bilico c’erano stati quando aveva rimesso le deleghe al Patrimonio e alle Politiche abitative. Un passaggio tutt’altro che indolore: «Preso atto, attraverso una chat, dell’intenzione della sindaca di nominare altri due assessori — scriveva in una nota il 1 agosto — senza avermi neanche informato, ho ritenuto di rimettere formalmente le deleghe attinenti al Patrimonio». E però, è probabile che a imprimere un’accelerazione alla sua uscita di scena sia stata anche la divergenza di vedute sul futuro di Atac, la municipalizzata dei trasporti, sulla quale pesa il macigno del maxi debito da 1,3 miliardi. Alla procedura del concordato, che già da oggi vedrà al lavoro il suo successore, l’ex responsabile dei conti capitolini avrebbe preferito la ristrutturazione del debito: una posizione che, in Campidoglio, raccoglie larghi consensi nella maggioranza pentastellata, in particolare nell’ala romana del Movimento. Sui social, nel frattempo, cresce il malumore per il siluramento di Mazzillo, che con le sue dichiarazioni è diventato il catalizzatore del fronte anti-Casaleggio. Sulle bacheche dei grillini romani fioccano post minacciosi: «Qualcuno vuole la guerra?». E ancora: «Tra poco esplodo, sappiatelo».

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Il dem Roberto Giachetti, che ha sfidato la Raggi nella corsa al Campidoglio, parla di «ennesima pagliacciata in una città allo sbando, ormai incapace di assicurare anche solo i servizi essenziali o di affrontare le emergenze quotidiane». E Fabio Rampelli, capogruppo alla Camera di FdI, accusa: «Un’altra figura dal Nord, probabilmente la Capitale per i grillini è l’albero della Cuccagna. Si sfornano nomine come pizze al forno».

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