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Boxe, Usyk resta campione del mondo dei pesi massimi: "Una vittoria per l'Ucraina". Joshua ancora battuto ai punti

Oleksander Usyk
Oleksander Usyk  (reuters)
Sul ring di Gedda, in Arabia Saudita, fantastica prestazione dell'ucraino che si conferma nella rivincita contro il britannico: "E' per il mio paese, la mia famiglia, per tutti i militari che stanno difendendo la patria"
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“Dedico questa vittoria al mio paese, alla mia famiglia, a tutti i militari che stanno difendendo l’Ucraina”. Oleksander Usyk, prima sale sul ring vestito di gialloblu con la scritta 'I colori della libertà', poi grida verso il mondo dopo un altro capolavoro, dopo aver conquistato un’altra vittoria per la sua gente. Il campione del mondo dei pesi massimi resta lui: sul ring di Gedda, in Arabia Saudita in una serata andata oltre la boxe, persino oltre le borse pazzesche rispettivamente 60 e 90 milioni, ha nuovamente battuto il britannico Anthony Joshua, lo stesso che aveva detronizzato lo scorso mese di settembre nello stadio del Tottenham. Decisione non unanime: due giudici hanno visto la vittoria del campione (115-113 e 116-112), il terzo quella de l britannico (115-113). AJ ha dato tutto, ha perso ma ha disputato un ottimo match. Un bel campione insomma, ma l'altro è un fuoriclasse. “Forse avrei potuto fare meglio, ma il livello del mio avversario è stato eccezionale. Non sono mai stato in Ucraina ma conosco molti grandi campioni che sono venuti da lì”, ha riconosciuto prima di sollevare insieme a Usyk la bandiera ucraina.

Rage on the Red Sea. Rabbia sul Mar Rosso. Era il titolo dato ad una notte dai sapori forti. Per sette round più che rabbia si è vista razionalità, tattica, tecnica, forza della mente. Robert Garcia, nuovo allenatore di Joshua, aveva fatto pensare ad match alla messicana, tutto attacco. Invece AJ ha puntato sulla velocità, ha cercato di sfidare il suo avversario sul suo terreno preferito. Non ce l’ha fatta perché davanti si è trovato di fronte un uomo freddo, determinato, sempre in controllo della situazione: era ampiamente risaputo, lo si è capito ancora di più durante gli inni nazionali. Usyk, look da guerriero cosacco, non ha mosso una palpebra mentre cantava quello ucraino, Joshua invece camminava nervosamente, come una belva in gabbia.

(afp)

Una belva che ha cercato di liberarsi dalla pressione con il jab sinistro portato ripetutamente, con il destro al corpo (dove Usyk ha dato la sensazione di soffrire di più). Per i citati primi sette round il match non è decisamente svoltato da una parte. Dall’ottavo la musica è cambiata. AJ ha cercato di mettere a frutto l’unica cosa in cui è superiore Usyk, il fisico (110 kg contro 100, 200 cm contro 191), pressando ma esponendosi anche al gioco di rimessa dell’ucraino. Usyk è sembrato in difficoltà vera solo nel nono round, ma in quello successivo è emerso il fuoriclasse. Ha immediatamente attaccato, ha tolto le certezze all’avversario, ha incassato un destro pesante ma ha sciorinato la sua boxe migliore, da peso massimo capace di muoversi come un medio, ha sfoderato combinazioni in serie. E' stato quello il punto di non ritorno per Joshua, e i gli ultimi due round lo hanno confermato.

Usyk, che dopo lo scoppio della guerra si era arruolato nella difesa territoriale di Kiev, ha mantenuto le cinture nelle versioni Wba, Ibf e Wbo. L'altra, quella della Wbc, resta a Tyson Fury: l’eccentrico Gypsy King ha detto di essersi ritirato ma di fatto non ci crede nessuno. Comunque il rebus sarà risolto a breve. Fury ha infatti tempo fino al 26 agosto per comunicare se intende esercitare i propri diritti di campione dell'altra versione. Se lo farà, all’orizzonte c'è la riunificazione del titolo sotto un unico dominatore, occasione ancora più stellare del match appena vissuto. “Sono pronto ad affrontarlo anche domani”, ha detto Usyk, passando la palla al buon Tyson.  

Da segnalare, a margine del main event, anche una importante svolta della boxe femminile. Per la prima volta due donne hanno dato vita in Arabia Saudia ad un match professionistico: protagonista Ramla Ali, britannica di origine somala, musulmana, gran personaggio, che ha battuto con uno sbrigativo ko la dominicana Crystal Garcia Nova.

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