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Cagliari-Verona 1-2: Barak e Caprari mettono nei guai i sardi

Caprari e Barak
Caprari e Barak (ansa)
I veneti non regalano nulla, la squadra di Mazzarri reagisce solo parzialmente con una punizione di Joao Pedro, ma è troppo poco
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CAGLIARI - Il calvario del Cagliari non ha fine, questa è la dura sentenza quando la Sardegna Arena si svuota, dopo l’anticipo con l’Hellas Verona. Arriva la settima sconfitta nelle ultime otto, con contestazione finale. Il tesoretto rispetto alle inseguitrici è ormai ridotto all’osso, ma quello che più preoccupa è la involuzione tecnica della squadra di Mazzarri. La vittoria del Verona, con Tudor in tribuna, è più nitida di quanto dica il risultato: la strada dei veneti - sostenuti da un manipolo di trecento tifosi e dai nervi distesi - lancia un messaggio importante alla regolarità del campionato. 

<<La cronaca della gara>>

Verona in stato di grazia

I veneti infatti chiamati in questa volata finale a essere arbitri della lotta di testa e di coda, forniscono l’ennesima prova congrua di valori tecnici, conquistando un ulteriore scalpo nella loro stagione da incorniciare. Un Verona vicino ai suoi standard da primato, per gol segnati e punti fatti. Conferma di essere in stato di grazia, fa un calcio essenziale, verticale, fisico e semplice con una mentalità collettiva che è cresciuta, dando enorme solidità prima e ora sfociando nell’entusiasmo. Ma fin dall’avvio si capisce che a segnare questo pomeriggio di calcio sono più i contenuti psicologici che quelli tecnico tattici. Dopo otto giri di lancetta dei minuti, il match si stappa. Il Cagliari - sceso in campo con la paura a pesare sulla schiena - va subito sotto. Volata dell’ex Giovanni Simeone (molto beccato dai suoi ex fans) e palla in mezzo per l’inserimento centrale e profondo di Barak, dimenticato dai centrali, la cui stoccata non lascia scampo a Cragno. La strada diventa da piana a salita per i Quattro Mori. Marin cerca di dare una quadra a una manovra che invece fa una fatica pazzesca a dare linearità al suo gioco. Sui lati, Bellanova e Dalbert sono ben assorbiti dagli ospiti, i cui movimenti sono sempre in sincrono, quello che non riesce sul  lato opposto. 

Cagliari palo, Verona gol

Non ci sono alternative alla lotta corpo a corpo, alle mischie che si susseguono, in effetti in area e che fruttano due traverse come prodotto interno lordo. I pali non fanno classifica, nè punti: si disperano Altare e Keita, ma il tabellino resta quello dell’inizio. Nel momento di maggiore sforzo del Casteddu, al contrario, ecco la doccia fredda del raddoppio di Caprari: tenuto in gioco da Lovato (quanta responsabilità sulle spalle di questi giovanissimi baluardi…). Siamo a fine primo tempo, l’ex Samp riceve a sinistra, si accentra e scarica un secco tiro nell’angolino opposto, imparabile. Mazzarri prova a scuotere i suoi in avvio di ripresa cambiando le carte in tavola, inserendo l’esperienza di Rog  e la grinta di Nandez per cercare di collegare il cuore alla testa. Poi è la volta di Pavoletti, e ancora di Gaston Pereiro quando il buon Bellanova esaurisce le scorte di fiato. Davanti a Montipò spiovono palloni, ma  -a dire il vero - non si può dire che il portiere veronese trascorra una ripresa da incubo.  

Joao Pedro deus ex machina

Ci vorrebbe la scossa, un deus ex machina. E il deus ex machina è quello più scontato, Joao Paulo. Punizione dal limite e il brasiliano scarica sotto l’incrocio il pallone dell’1 a 2. Sembra un film già visto, drammatico come la coda del passato campionato. sembra un film visto anche quest’anno, talvolta a lieto fine non senza un po’ di fortuna. Ma anche Gaston Pereiro, specialista in gol miracolosi e pesanti come fosse un dio della Speranza ha esaurito la scorta. 


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Finale scontato

Gunter, Veloso, Lasagna, garantiscono all’ospite geometria, corsa, lotta difensiva per resistere come spesso - in passato - l’Hellas non riusciva a resistere. Orsato tiene bene le redini di una partita nervosa, agonistica ma mai cattiva oltre le righe. Il tempo scorre, la gestualità è quella vista tante volte, le giocate sarde sono scontate, palla nel forte e tutti a saltare. Ma Montipò non va oltre a un paio di uscite nel traffico e non conosce situazioni “scabrose”. Finisce con il Cagliari sotto la gradinata, volano parole grosse, ma non si supera il limite. Se il giorno rossoblù è stato pieno di lampi, un cielo pieno di stelle sembra ancora una chimera. 

Il tabellino

Cagliari (3-5-2): Cragno, Goldaniga (6' st Carboni), Lovato, Altare; Bellanova (30' st Pereiro), Marin (1' st Nandez), Grassi, Deiola (1' st Rog) Dalbert; Joao Pedro, Keita.(6' st Pavoletti). All.: Mazzarri.
Verona (3-4-2-1): Montipó; Casale, Ceccherini (28' st Sutalo) Depaoli, Casale, Faraoni, Tameze, Ilic (20' st Veloso), Hongla (20' st Gunter), Barak (20' st Lasagna), Caprari (38' st Retsos) Simeone. All.:
Bocchetti.
Arbitro: Orsato di Schio.
Reti: nel 8' Barak, 45' Caprari; nel st 13' Joao Pedro.
Note: Recupero: 1' e 6'. Angoli: 2 a 2. Ammoniti: Barak, Tameze, Pavoletti, Hongla, Simeone, Carboni. Spettatori: 16.267. 

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