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Fontana annuncia: “Il giurì d'onore chiesto da Conte su Meloni si farà”

Il presidente della Camera, Lorenzo Fontana

Il presidente della Camera, Lorenzo Fontana

 (ansa)

Sarà presieduto da Giorgio Mulè, lo ha riferito il presidente della Camera dopo la richiesta del leader del M5S contro le parole della premier in Aula sul Mes

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“Il giurì d'onore chiesto alla Camera da Giuseppe Conte sulle parole di Giorgia Meloni si farà”. Lo ha annunciato il presidente della Camera, il leghista Lorenzo Fontana. "Ho assunto una decisione qualche giorno fa. Si farà. Lo presiederà Giorgio Mulè ed auspico che si possa dirimere la questione”. “Una scelta doverosa ed apprezzabile", il commento del leader 5S.

Lo scorso 18 dicembre il presidente del M5S in conferenza stampa aveva fatto sapere di aver consegnato al presidente Fontana “una richiesta di istituire un giurì d'onore" per "accertare le menzogne denigratorie del presidente del Consiglio Giorgia Meloni" in Aula sul Mes. Conte è passato dalle parole ai fatti, dopo essere stato accusato dalla premier sulla ratifica: “L’ha fatta il governo Conte, l’ha fatta senza mandato parlamentare e un giorno dopo essersi dimesso, quando era in carica solo per gli affari correnti”, le parole di Meloni nelle comunicazioni ai due rami del Parlamento sul Consiglio europeo. Ma di queste tre affermazioni è emerso poi che solo la prima era vera.

All’accusa Conte ha risposto prima con un video pubblicato sui suoi profili social e poi con la richiesta di un giurì d’onore, dopo “aver avvertito Fontana e il presidente Mattarella”.

È la seconda volta da quando il governo Meloni è in carica che viene avanzata la richiesta di un giurì d’onore. A febbraio scorso fu il Pd a chiedere il giurì d'onore dopo le affermazioni di Giovanni Donzelli in Aula sul caso Cospito, chiamato a giudicare il comportamento del deputato di FdI che alla Camera aveva accusato il Pd “reo” di aver visitato in carcere a Sassari il 12 gennaio l’anarchico per verificare il suo stato di salute e ne mise in discussione l’onore con una pesante accusa, ossia di fare gli interessi dei mafiosi al 41 bis. Anche in quel caso, il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, aveva nominato la "commissione d'indagine" richiesta dai dem per “giudicare la fondatezza delle accuse" nei loro confronti. Il giurì era presieduto da Sergio Costa e composto da Fabrizio Cecchetti, Annarita Patriarca, Roberto Giachetti e Colucci. E Donzelli dopo aver ritrattato fu assolto.

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