Politica

Mussolini a Bruxelles: "Registrare i figli di ogni tipo di famiglia”

Alessandra Mussolini 

Alessandra Mussolini 

 
L’esponente di Forza Italia presenta un emendamento al parlamento europeo: “I bambini devono essere difesi da tutto e da tutti”
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In controtendenza con le politiche sostenute dai partiti di maggioranza, Alessandra Mussolini torna alla carica sui diritti della coppie omogenitoriali. Lo fa presentando un emendamento alla relazione della commissione Libertà civili del Parlamento europeo sui diritti fondamentali. L’esponente di Forza Italia dunque chiede che “gli Stati membri registrino gli atti di nascita indipendentemente dal modo in cui il figlio è stato concepito o è nato e dal tipo di famiglia da cui proviene, sia esso figlio di un genitore unico, di una coppia di fatto, di una coppia sposata ivi compreso il figlio con due genitori dello stesso sesso o adottato a livello internazionale in uno Stato membro da uno o due genitori".

Un testo, quello presentato dell’eurodeputata, che fa a cazzotti con la posizione del governo italiano. Sia a Roma che a Bruxelles, infatti, i parti della maggioranza si sono sempre opposti alla registrazione dei figli nati dalla coppie dello stesso sesso. A marzo, per volontà del centrodestra, il parlamento italiano ha bocciato la proposta europea sul certificato europeo di filiazione che avrebbe consentito proprio quanto proposto da Mussolini. "Compito dell'Ue è proprio quello di armonizzare le norme tra gli Stati membri e stimolare il raggiungimento di maggiori diritti civili che sono diritti individuali", ha riposto a chi le ha fatto notare la diversa posizione del governo guidato da Giorgia Meloni. "Il diritto – ha continuato – può solo lambire l'isola della famiglia ma non può inserirsi nelle famiglie, i bambini devono essere difesi da tutto e da tutti". 

L’eurodeputata, che è anche vicepresidente della delegazione di Forza Italia all’Eurocamera, si è opposta alla impugnazione della procura di Padova dei 33 atti di nascita di famiglie omogenitoriali. “È indegno di un Paese civile", ha tuonato la Mussolini nonostante quella dei giudici di Padova sia  diretta conseguenza della stretta voluta dall’esecutivo sulla registrazione dei figli nati all’estero e che ha bloccato la prassi di alcuni comuni – tra cui Roma, Milano e Bologna – di trascrivere certificati di nascita dei figli nati da coppie dello stesso sesso. Una decisione, questa, condannata dal parlamento Ue a fine marzo

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