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Scontri No Green Pass, Lamorgese: "Respingo accuse di strategia della tensione". Salvini la attacca: " Non sa fare il suo lavoro"

In Parlamento la ministra dell'Interno avverte: " E' una protesta sfidante che è intenzionata a non fermarsi, che ha fatto emergere nuovi soggetti da tutelare". Il leader della Lega: "Vergognoso aver autorizzato l'uso di idranti a urne aperte"
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L' accusa di strategia della tensione "è inaccettabile. Insinua il dubbio che le forze di polizia si prestino ad essere strumento di oscure finalità politiche. E' un'accusa ingiusta che getta ombre inaccettabili sulle forze dell'ordine che il 9 ottobre hanno pagato il prezzo di 41 feriti nel fronteggiare i facinorosi intenzionati ad assaltare le sedi delle istituzioni".

E' il giorno del giudizio per Luciana Lamorgese in Parlamento, investita - dopo la disastrosa gestione dell'ordine pubblico a Roma che ha consentito l'assalto alla sede della Cgil - ieri anche dalle critiche per la mano dura utilizzata per rimuovere il sit in davanti al porto di Trieste. E' il giorno in cui, dai banchi dell'opposizione, parte l'ennesima bordata alla gestione complessiva del Viminale dall'immigrazione all'ordine pubblico. E anche Matteo Salvini, suo predecessore, dai banchi della maggioranza al Senato ripropone il suo pesante attacco alla Lamorgese: " Non ho sentito una parola di autocritica. Solo uno scarico di responsabilità su chi sta sotto. Se fossi stato ministro io penso a come avrebbero reagito gli amici del Pd. Quel delinquente ( Giuliano Castellino, ndr) non doveva stare in piazza. Perchè ce l'avete lasciato? Se non ha capito cosa stava succedendo è grave, se lo ha capito e non lo ha impedito è ancora più grave. E' una vergogna, se non riuscite a isolare 20 imbecilli vuol dire che non sapete fare il vostro lavoro". Poi l'accusa più pesante: " Vi pare normale aver consentito una manifestazione politica e autorizzato l'uso di lacrimogeni e idranti a urne aperte? Neanche in Cile, neanche in Venezuela. Noi ce la mettiamo tutta a limare, ma a parti invertire avreste chiamato i caschi blu. Buon lavoro, ministra, se comincerà a fare il ministro che fino ad ora non ce ne siamo accorti". 

E il ministro, pronta a ricostruire i retroscena delle manifestazioni contro il Green Pass di Roma, Milano e Trieste, avverte: "E' una protesta dal carettere sfidante intenzionata a non fermarsi. Una protesta che ha investito minacciosamente ogni ambito facendo emergere nuovi soggetti da tutelare e nuovi obiettivi sensibili da proteggere. Non possiamo in alcun modo abbassare la guardia, manterremo la massima attenzione per garantire che non sia turbata la tranquillità nazionale. Garantisco, nella mia responsabilità di ministro dell'Interno, che saranno sempre tutelati la libera manifestazione del dissenso e  la tutela dei diritti fondamentali dei cittadini".

 

"Rinnovo la mia solidarietà alla Cgil e la mia vicinanza alle forze della polizia". Applauso. È iniziata così nell'Aula della Camera l'informativa urgente della ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese, sugli scontri avvenuti a Roma in occasione della manifestazione contro il green pass, con l'assalto alla sede della Cgil. La titolare del Viminale riferisce anche sui disordini a Trieste conseguenti allo sciopero non autorizzato dei portuali. "Nell'immediatezza dei fatti ho chiesto al capo della polizia una dettagliata ricostruzione delle evidenti delle criticità che, occorre riconoscerlo, hanno contrassegnato la gestione dell'ordine pubblico di quelle ore. È palese che non si sia riusciti a contenere tutti i propositi criminali da cui era mossa la parte violenta dei manifestanti, specie quella istigata da elementi più politicizzati", spiega Lamorgese sottolineando "il deficit di sicurezza determinato dalla situazione che ha superato ogni ragionevole previsione" e che non deve "più ripetersi".

"L'iniziativa di Roma ha visto come noto una partecipazione eterogenea di gruppi sia della destra radicale che della sinistra antagonista e anche di semplici cittadini. Un numero di persone tra le 10 e 12mila persone. Ci si è interrogati sulla sottovalutazione dell'evento anche a causa di difetti di comunicazione, ad esempio gli organizzatori della manifestazione nel dare preavviso avevano previsto circa mille persone - continua la ministra - La forza pubblica ha messo a disposizione circa 840 unità effettive da ritenersi adeguate rispetto alle stime previsionali. Non sono mancati controlli ai caselli autostradali".

"È colpa tua", le gridano dai banchi di destra. "Basta!"; "Vergogna". La ministra durante il suo intervento viene interrotta più volte. È costretto a intervenire il presidente Roberto Fico che invita i deputati di Fdi a lasciar parlare la titolare del Viminale, bloccata da brusii e proteste richiamando all'ordine Federico Mollicone e Andrea Delmastro. A Montecitorio seduto tra Debora Serracchiani ed Enrico Borghi, c'è Enrico Letta con la cravatta rossa. Il segretario del Pd rientra alla Camera che aveva lasciato da deputato, dopo l'anno a Palazzo Chigi, nel luglio 2015.

Poi Lamorgese risponde alle accuse che le sono state lanciate in questi giorni dai leader di Lega e Fdi. "Devo respingere fortemente questa lettura", della strategia della tensione, "perché essa, oltre a non tenere conto del susseguirsi dei fatti, insinua il dubbio che le forze di polizia, a cui dobbiamo la difesa delle istituzioni ed il mantenimento della pace sociale, si prestino ad essere strumento di oscure finalità politiche. È un'ingiusta accusa - prosegue la titolare del Viminale - che getta un'ombra inaccettabile sull'operato delle forze dell'ordine, le quali nella manifestazione del 9 ottobre scorso hanno pagato un tributo di ben 41 feriti, anche per fronteggiare i facinorosi intenzionati ad assaltare le sedi istituzionali". Parole, quelle della Lamorgese, accolte dagli applausi dell'emiciclo.

Giuliano Castellino poteva essere fermato prima? Come è possibile che il leader di Forza Nuova fosse a piazza del Popolo nonostante le tante prescrizioni a suo carico? A queste contestazioni, Luciana Lamorgese risponde così: " Va chiarito che il regime di sorveglianxa speciale a cui Castellino è sottoposto, consente di poter partecipare a manifestazioni. E con Castellino la polizia ha interloquito con lo scopo di guadagnare tempo per riorganizzare gli assetti delle forze di polizia".

Forza Nuova ma non solo. Dalla ricostruzione dei tafferugli della manifestazione di sabato scorso a Milano, il ministro dell'Interno accende il faro anche sugli anarchici che guidavano la piazza. E anche a Trieste - ha sottolineato Lamorgese - "nei momenti di maggiore tensione si è prefigurato il pericolo di degenerazione dell'ordine pubblico ed è stato necessario l'uso di idranti e lacrimogeni". La decisione di procedere allo sgombero del varco 4 del porto di Trieste - ha ricostruito il ministro - era stato deciso domenica pomeriggio nel corso di un comitato straordinario per l'ordine e la sicurezza pubblica convocato dal prefetto dopo che il presidio, nonostante la palese illegittimità dello sciopero - aveva impedito lo scarico e carico merci a 700 mezzi pesanti".

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