Esteri

"Dovere coniugale", le femministe portano la Francia davanti alla Corte europea

"Dovere coniugale", le femministe portano la Francia davanti alla Corte europea
Due associazioni si sono rivolte a Strasburgo per il caso di una donna giudicata colpevole nel 2019 perché si rifiutava di avere rapporti con il marito: "Sistema di giustizia patriarcale e arcaico"
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PARIGI - “Dovere coniugale”. Sembra un termine d'altri tempi e invece una donna francese è stata condannata per essersi rifiutata di avere rapporti sessuali con il marito, e quindi – secondo dei magistrati – non aver ottemperato al suo “dovere”. La sentenza della corte d'appello di Versailles risale al 2019, ma ora arriverà alla Corte europea per i diritti umani. Due associazioni femministe hanno infatti portato il caso presso l'organo giudiziario di Strasburgo. Il ricorso è stato presentato per "ingerenza nella vita privata" e "violazione dell'integrità fisica".

 
La donna di 66 anni aveva invano tentato in autunno di fare un ricorso alla corte di Cassazione. I giudici hanno pronunciato a suo carico un divorzio per colpa, ritenendo che i fatti, "confermati dall'ammissione della moglie, costituiscono una violazione grave e ripetuta dei doveri e obblighi del matrimonio, che rendono intollerabile continuare la vita in comune". Il termine "dovere coniugale" in realtà non esiste nel codice civile, ma c'è invece il dovere di fedeltà (articolo 212) da cui la giurisprudenza ha dedotto l'obbligo di rapporti sessuali tra coniugi. 

"È un sistema di giustizia ancora patriarcale e arcaico che dice alle donne: 'Se sei sposata, allarga le cosce'" commenta Emmanuelle Piet del Collectif féministe contre le viol (Cfcv) che insieme alla Fondation des femmes ha organizzato l'azione legale presso la Corte europea per i diritti umani. Le associazioni sottolineano la contraddizione tra questa giurisprudenza e la consapevolezza che si fa strada sullo stupro anche all'interno di coppie sposate, e la nozione del consenso. “Rifiutarsi di fare sesso all'interno della coppia è una colpa civile, ma obbligare il proprio coniuge a fare sesso è un crimine di stupro”, sottolinea l'attivista Piet. Le due associazioni ricordano che nel 47% dei 94mila stupri e tentativi di violenza sessuale registrati ogni anno, l'aggressore è il coniuge o l'ex coniuge della vittima. "Il matrimonio - concludono le due associazioni che chiedono la condanna della Francia - non è e non deve essere una servitù sessuale".

Da qualche mese è in corso Oltralpe una forte mobilitazione sulle violenze sessuali, in particolare sui minorenni e all’interno della famiglia. Una sorta di MeToo francese partito da alcuni libri come “Il Consenso” dell'editrice Vanessa Springora e “La familia grande” dell’avvocata e figlia dell’ex ministro Camille Kouchner. Il movimento si è allargato al mondo del cinema e dello sport, con una serie di nuove norme che sono in corso di approvazione. Qualche giorno fa è stata approvata una nuova legge che fissa l’età del consenso per relazione sessuali a 15 anni e a 18 per persone della famiglia. Il presidente Emmanuel Macron ha diffuso un messaggio alle vittime di violenze sessuali: “Ci siamo. Siamo al vostro ascolto. Vi crediamo. E non sarete mai più sole", ha promesso il presidente. Molte associazioni spiegano però che c’è un ritardo di sensibilizzazione nelle forze dell’ordine e tra la magistratura, che non sono ancora al passo della rivoluzione.