Cronaca

Rogo nell'Oristanese, fiamme e paura in oltre dieci centri abitati: oltre 1500 sfollati e 20mila ettari distrutti
(ansa)

Rogo nell'Oristanese, fiamme e paura in oltre dieci centri abitati: oltre 1500 sfollati e 20mila ettari distrutti

In campo 7500 uomini e 20 mezzi aerei per fermare gli incendi. Solinas: "Si tratta di un disastro senza precedenti: aziende e case bruciate, bestiame ucciso". La Giunta regionale decreta lo stato di emergenza

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Quasi 1500 persone sfollate, oltre 20mila ettari di territorio, di boschi, oliveti e campi coltivati ridotti in cenere, aziende agricole devastate, case danneggiate. È pesantissimo il bilancio del gigantesco rogo scoppiato nel Montiferru, nell'Oristanese. Non è ancora stato possibile fare una stima precisa visto che il fuoco, dopo aver percorso circa 50 chilometri dall'Oristanese all'Ogliastra non è stato ancora domato e continua a minacciare case e aziende.

Al lavoro per tentare di contrastare le fiamme ci sono 7500 uomini tra Corpo forestale, Vigili del fuoco, Protezione civile, volontari, ma anche Croce Rossa Italiana, Carabinieri e Polizia di Stato, in volo sette Canadair, più due in arrivo dalla Francia richiesti dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio, 11 elicotteri della flotta regionale, tra i quali il Super Puma, un elicottero dei vigili del fuoco e uno dell'Esercito, ma la situazione resta ancora molto difficile.

Sono trascorsi quasi 27 anni dall'ultimo rogo scoppiato nel Montiferru: era l'agosto del 1994 quando un incendio, poi risultato doloso, cancellò i boschi di Seneghe, Bonarcado, Cuglieri, Santu Lussurgiu e Scano Montiferro. Ed è proprio nella stessa zona, tra Bonarcado e Santu Lussurgiu che sabato sono partite le fiamme. Le alte temperature e il vento hanno alimentato il fuoco che si è velocemente propagato circondando prima Santu Lussurgiu e poi spostandosi a Cuglieri.

Il piccolo paese è stato assediato dalle fiamme per tutta la notte: 200 le persone sfollate. Con loro anche tutti gli abitanti di Sennariolo, 155 persone, che si trova a pochi chilometri e dove gli tessi cittadini di Cuglieri avevano trovato rifugio. All'alba sono ripresi i lanci d'acqua dal cielo, ma dopo una lieve tregua, con il passare delle ore e con l'aumento delle temperature e della forza del vento, le fiamme hanno ripreso vita trasformando tutta l'area in un inferno.

Il fronte del fuoco si è spostato raggiungendo Porto Alabe. Il piccolo centro è stato circondato dal fuoco: 200 le persone allontanate da casa, tra queste anche tanti turisti. Contemporaneamente il forte vento di scirocco riaccendeva i focolai anche a Santu Lussurgiu, nella frazione di San Leonardo: 50 le famiglie allontanate. Le fiamme hanno anche raggiunto Scano Montiferro, dove sono state evacuate alcune abitazioni e sfollate 400 persone, tra le quali anche gli ospiti di una struttura per anziani e Borore nel Nuorese con altre trenta famiglie allontanate.

Un'emergenza continua, con i centralini di Protezione civile e vigili del fuoco presi d'assalto dai cittadini. Per tutta la giornata si sono susseguite le riunioni operative tra i vertici delle forze al lavoro per l'emergenza: lo stesso presidente della Regione, Christian Solinas è nella sala operativa della Protezione civile per coordinare e seguire le operazioni. Il governatore ha annunciato che scriverà al presidente Draghi per chiedere al Governo "un sostegno economico immediato per ristorare i danni e che una quota del PNRR sia subito destinata alla Regione per un grande progetto di riforestazione. Anche la Giunta regionale si è riunita, con tutti i sindaci delle zone colpite, ed ha dichiarato lo stato d'emergenza, che precede la richiesta al governo di stato di calamità.

"Non è ancora possibile effettuare una stima dei danni causati dagli incendi - ha evidenziato ancora il presidente della Regione -, ma si tratta di un disastro senza precedenti".  Nel gigantesco rogo del 1994, nel Montiferru erano andati in fumo 12mila ettari di territorio e si era salvato anche l'olivastro millenario "Sa Tanca Manna" simbolo di Cuglieri. Oggi la furia del fuoco ha spazzato via già il doppio di territorio e anche quell'albero con 2000 anni di storia.

Incendio nell'Oristanese, le fiamme nel centro abitato di Cuglieri: le immagini dei danni

L'appello di Solinas: "Danni incalcolabili, il governo ci aiuti"

L'avanzare delle fiamme ha causato danni enormi. Nelle campagne, soprattutto, dove si segnalano aziende distrutte e molti capi di bestiame morti. La Regione Sardegna con il suo presidente Christian Solinas chiede al governo Draghi un immediato sostegno economico anche se non è ancora possibile effettuare una stima dei danni. "Si tratta di un disastro senza precedenti. Diecimila ettari di vegetazione distrutti, aziende e case bruciate, bestiame ucciso. La macchina della Regione - dice  Solinas - è interamente mobilitata: 7500 uomini, 20 mezzi aerei (7 Canadair e 13 elicotteri) sono impegnati senza sosta per affrontare un momento drammatico per tutta la Sardegna".

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Il dipartimento della Protezione Civile ha attivato il meccanismo europeo di protezione civile per chiedere agli altri paesi dell'Ue l'invio in Italia di velivoli che possano contribuire a spegnere gli incendi in Sardegna. Il capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, ha riunito l'unità di crisi del dipartimento e sta seguendo la situazione in stretto contatto con le autorità locali.

"È stato attivato il meccanismo di Protezione Civile per canadair dall'estero: due sono in arrivo dalla Francia, che ringrazio ufficialmente". Lo ha annunciato su Facebook il ministro degli Esteri Luigi Di Maio a proposito degli incendi che stanno divampando in provincia di Oristano. "Sono in contatto con il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio, che ha tutto il nostro sostegno. Continuiamo a seguire gli sviluppi con grande attenzione. Massima vicinanza alla popolazione locale. Forza Oristano, forza Sardegna!", ha scritto ancora Di Maio.

Dopo i due canadair inviati dalla Francia, che dalle prossime ore faranno base ad Alghero con un equipaggio di 10 piloti e 15 tecnici, arriveranno nella giornata di domani altri 2 Canadair dall'Unione europea "a supporto dei nostri operatori". Lo dice il sottosegretario all'interno Carlo Sibilia, che dalla scorsa notte sta seguendo l'evoluzione dell'emergenza in Sardegna, sottolineando che nella provincia di Oristano sarà attivata la dichiarazione di emergenza a seguito degli incendi.

"Abbiamo tutti gli 11 mezzi aerei in volo per la Sardegna, molti dei quali sul rogo dell'Oristanese, gli elicotteri dei vigili del fuoco e dell'esercito e sette Canadair che stanno cercando di spegnere le fiamme che, secondo una prima stima sommaria tra Santu Lussurgiu e Cuglieri hanno divorato 20mila ettari di territorio". Così il direttore generale della Protezione Civile della Sardegna, Antonio Belloi, che continua a coordinare gli interventi con la sala operativa regionale e in stretto contatto con il capo Dipartimento della Protezione Civile nazionale

Distrutto il bosco millenario simbolo di archeologia botanica

Anche il bosco simbolo di rinascita dopo i roghi del 1993 e del 1999, orgoglio del Montiferru e dell'Oristanese, è distrutto. Quell'albero millenario a "Sa Tanca Manna", che rappresentava il simbolo di Cuglieri e patrimonio dell'intera Sardegna, cancellato dalle fiamme. Il fuoco, che non ha risparmiato alberi e macchia mediterranea, ha aggredito anche aziende agricole, capannoni artigianali e alcune case in paese, annerite ma ancora in piedi.

La notte scorsa i bagliori del rogo hanno illuminato la montagna dietro la cittadina: "sembrava di stare ai piedi di un vulcano", hanno detto i testimoni che hanno dovuto abbandonare tutto in fretta e furia. Ma una volta rientrati nelle case, salvate miracolosamente, i cittadini di Cuglieri hanno trovato uno "scenario spettrale e apocalittico". Percorsa dal fuoco la piazza centrale. "Tutt'attorno all'ex seminario, alle poste e all'oleificio è bruciato - afferma il sindaco Gianni Panichi - ma le strutture si sono salvate".

Allevatori e agricoltori hanno perso, invece, il lavoro di una vita di sacrifici proprio mentre si risollevavano dopo il lockdown e la zona rossa in primavera. Una volta passato il fuoco hanno trovato solo devastazione: piante da frutto e viti ridotti a bastoncini di legno fumante, animali bruciati vivi intrappolati nei recinti o nelle stalle, mucche allo sbando e qualche cane pastore che non ha voluto lasciare il gregge al suo triste destino e che è stato recuperato con gravi ustioni sul corpo.

Un'intera montagna è stata ridotta in cenere. "Cinquanta anni di rimboschimento andati in fumo, un intero monte cancellato dalle fiamme", racconta Carlo Pische, titolare delle Distillerie Lussurgesi, di Santu Lussurgiu. E non sono bastate le fasce tagliafuoco e i "lanci" da aerei ed elicotteri a fermare la furia delle fiamme che, sospinte prima dallo scirocco e poi dal libeccio, sono giunte sino alla costa occidentale.

A Tresnuraghes il presidente della Fondazione "Mont'e Prama" Anthony Muroni racconta di vigne e oliveti in fumo e di evacuazioni tra le 3 e le 4 del mattino con il paese in piazza.
Una catastrofe vissuta in diretta anche da numerosi turisti presenti a Porto Alabe, dove il fuoco arrivato dalle colline ha sfiorato le case utilizzate per le vacanze. Con l'aria resa irrespirabile dal fumo denso e acre le persone si sono riversate in spiaggia e in piazza a guardare i mezzi aerei combattere contro le fiamme in uno scenario da film.