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MONDO

Missione europea per la premier britannica

Brexit, Merkel favorevole al rinvio fino a un anno. Macron non tanto

La premier britannica Theresa May fa la spola tra Berlino e Parigi per ottenere un nuovo rinvio della scadenza per il divorzio di Londra da Bruxelles, fissata al 12 aprile. Intanto arriva da Londra il sì della Camera dei Comuni alla richiesta di un rinvio al 30 giugno 

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Rapida e cruciale missione europea per Theresa May, sempre alle prese con il groviglio Brexit. La premier britannica fa la spola tra Berlino e Parigi per ottenere un nuovo rinvio della scadenza per il divorzio tra Londra e Bruxelles, al momento fissata al 12 aprile, alla vigilia del summit straordinario di Bruxelles.  

Angela Merkel favorevole a un rinvio fino a inizio 2020
La cancelliera tedesca ritiene "possibile" un rinvio "fino a inizio 2020" della Brexit. E' quanto riferito dai partecipanti a una riunione del partito di Angela Merkel, la Cdu,dopo che la cancelliera ha ricevuto a Berlino Theresa May. Merkel avrebbe detto che al vertice Ue di domani si andrà ad una 'flextension', ovvero una estensione flessibile del termine di uscita del Regno Unito, allo scopo di scongiurare un "no-deal", ossia un addio senza accordo e dunque non regolato. Merkel e May si sono dette d'accordo che è necessario scongiurare il no deal. 

Macron: Francia non contraria a rinvio, ma meno di un anno 
La Francia non si oppone ad un rinvio dell'entrata in vigore della Brexit, ma "un anno risulta troppo lungo".  Lo ha fatto sapere il presidente francese Emmanuel Macron poco prima di ricevere all'Eliseo la premier britannica, alla vigilia del summit straordinario di Bruxelles sulla Brexit. Secondo Parigi, il rinvio va inoltre condizionato alla presentazione di un piano credibile da parte di Theresa May e da adeguate garanzie politiche affinché, nel periodo transitorio, Londra non interferisca nelle scelte future dell'Ue come il bilancio. 

Tusk: ci sono momenti in cui bisogna dare tempo al tempo
"Ci sono momenti in cui bisogna dare tempo al tempo", scrive il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk presentando la lettera inviata ai leader europei in vista del summit di domani, in cui si discuterà del rinvio della Brexit. Tusk spiega che domani "proporrà di valutare la richiesta della premier Theresa May per un'estensione" ma non breve, che porterebbe a nuove crisi ricorrenti ma "un'alternativa di un'estensione più lunga". Una possibilità "sarebbe un'estensione flessibile, che duri soltanto il tempo necessario e non più di un anno", fino a quando non sarà ratificato l'accordo di divorzio. "Londra sarebbe libera di uscire appena pronta". In caso di uno stallo prolungato, un rinvio lungo "consentirebbe al Regno Unito di ripensare alla sua strategia sulla Brexit".

Sì della Camera dei Comuni a richiesta rinvio al 30 giugno 
A Londra intanto la Camera dei Comuni ha approvato con 420 sì e 110 no la mozione presentata dal governo May a sostegno della richiesta che la premier Tory formalizzerà domani al vertice Ue per una proroga flessibile della Brexit limitata per ora al massimo al 30 giugno. L'approvazione era scontata, tenuto conto che non erano stati ammessi emendamenti. Contrari in numero significativo solo i falchi conservatori ribelli, che contestano qualunque ipotesi di rinvio e vorrebbero un divorzio no deal alla scadenza del 12 aprile.