Venerdì 17 Maggio 2024
ELENA COMELLI
Economia

Saras, i Moratti pensano all’uscita. Confermate le trattative con Vitol

Favorevoli alla cessione i due figli di Gian Marco, dubbioso Massimo. Boom del titolo in Borsa, salito fino a +18%

Saras, i Moratti pensano all’uscita. Confermate le trattative con Vitol

Saras, i Moratti pensano all’uscita. Confermate le trattative con Vitol

Galoppa in Borsa il titolo Saras, sulle voci di un interesse del gigante mondiale delle materie prime Vitol a rilevare la quota del 40% in mano alla famiglia Moratti. La stessa famiglia, peraltro, ieri ha confermato di essere in contatto con Vitol per il futuro della società, che possiede una delle più grandi raffinerie d’Europa. In risposta alle indiscrezioni di stampa, secondo cui Vitol avrebbe offerto 2,20 euro ad azione per acquistare la quota del 40% della famiglia, i Moratti hanno sostenuto che i dati pubblicati sono errati, senza approfondire ulteriormente: "ancorché esistano discussioni in corso con Vitol, le affermazioni di stampa non corrispondono alla realtà", afferma la nota. La famiglia ha aggiunto che prenderà in considerazione anche possibili iniziative per tutelare i propri interessi e quelli della Saras, senza specificare come intende procedere.

Vitol – il più grande trader di petrolio al mondo, con 7,4 milioni di barili al giorno scambiati – ha sostenuto, da parte sua, che non commenta mai le voci di mercato. Il titolo ieri era salito fino a +18% nelle prime contrattazioni sulla notizia di un potenziale interesse per Saras, che gestisce la raffineria di Sarroch da 300.000 barili al giorno in Sardegna, uno dei più grandi impianti del Mediterraneo, ma poi durante la seduta ha perso quota, chiudendo con un balzo dell’8%, a 1,79 euro. Giovedì le azioni Saras avevano chiuso a 1,66 euro.

Come molte altre dinastie in Italia, i Moratti stanno affrontando il problema della successione e non sempre le nuove generazioni concordano con la visione dei padri, che hanno costruito le loro fortune dopo la seconda guerra mondiale. Saras è stata fondata nel 1962 da Angelo Moratti e poi è stata ereditata dai figli Gian Marco e Massimo. Secondo le ricostruzioni oggetto della smentita, sarebbero favorevoli a cedere Angelo e Gabriele Moratti, i due figli di Gian Marco, scomparso nel 2018, avuti rispettivamente da Lina Sotis in prime nozze e da Letizia Moratti. Entrambi hanno una quota del 10% tramite Angel Capital e Stella Holding.

Dubbioso appare invece l’ex presidente dell’Inter Massimo Moratti, fratello di Gian Marco, titolare del 20% tramite l’omonima Sap. Il patto di sindacato tra Massimo e i nipoti Angelo e Gabriele era stato rinnovato nel marzo del 2020 e scadrà il prossimo 30 giugno. La cifra ipotizzata sarebbe allettante, con un premio del 35% sulla chiusura a 1,66 euro dell’8 febbraio. Ne conseguirebbe una valutazione di Saras di 2,1 miliardi, mentre solo due giorni fa ne valeva 1,58. L’incasso sarebbe quindi di 837 milioni per i Moratti, che avrebbero tempo fino al prossimo 15 febbraio per decidere.

L’acquisizione della raffineria da parte di un investitore straniero, però, dovrebbe essere approvata dal governo italiano grazie alla Golden Power che protegge gli asset strategici. E comunque l’acquisto di una quota del 40% di Saras darebbe luogo a un’offerta pubblica di acquisto obbligatoria. Le voci di una dismissione da parte della famiglia sono periodiche e nel frattempo il socio di minoranza Trafigura, che aveva raggiunto quota 15% lo scorso mese di novembre, ha ridotto la partecipazione all’attuale 9,59%.

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