Venerdì 19 Aprile 2024

Moody's conferma rating Italia a Baa3. Produzione industriale ancora giù

L'agenzia: "Crescita rimarrà debole senza riforme strutturali". Pil stimato a +0,2% nel 2020

Produzione industriale, foto generica (Ansa)

Produzione industriale, foto generica (Ansa)

Roma, 10 settembre 2019  - L'agenzia Moody's ha confermato il rating Baa3 per l'Italia, con outlook stabile. Nel giorno in cui il governo Conte bis si presenta in Senato per la fiducia, l'agenzia americana diffonde un'analisi in cui evidenzia, fra le altre cose, come "la forza istituzionale dell'Italia sia più bassa rispetto alla maggior parte degli altri paesi dell'eurozona, con politici che spesso hanno avuto un atteggiamento 'volatile' ".

Moody's sottolinea, in un simile scenario,  il "ruolo forte" del presidente della Repubblica "nel dare stabilità al sistema politico".  Dal punto di vista strettamente economico, l'agenzia di rating ricorda i punti di forza del nostro Paese. Ovvero "un'economia grande e diversificata con un basso debito del settore privato", unita a una "gestione professionale dell'elevato debito pubblico con un basso rischio di crisi di liquidità".  D'altro canto, pesa invece "il potenziale di crescita che rimarrà debole in assenza di riforme strutturali, un debito pubblico che resterà elevato e vulnerabile agli shock futuri e la necessità di mantenere la fiducia degli investitori, date le elevate esigenze di rifinanziamento" con circa 280 miliardi di titoli a medio e lungo termine da rifinanziare nella restante parte del 2019 e nel 2020.  Per quanto riguarda il Pil, Moody's stima una crescita economica per il 2019 nell'ordine dello 0,2% che potrebbe diventare 0,5% nel 2020. Il rappordo debito/Pil è previsto in crescita al 133% nel 2019, per poi arrivare al 133,6% nel 2020.

Produzione industriale

Il giudizio di Moody's giunge quasi in contemporanea con la diffusione dei dati, non esaltanti, della produzione industriale.  Che a luglio prosegue nella sua tendenza negativa,  registrando un calo dello 0,7% sia su base mensile che rispetto a luglio 2018 (che aveva anche un giorno lavorativo in più). E' il secondo mese consecutivo in cui si registra una flessione congiunturale, rileva l'Istat, mentre in termini tendenziali il segno meno ricorre ormai da cinque mesi. Tutti i settori principali sembrano in calo, a eccezione dell'energia.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro