Giovedì 16 Maggio 2024
ELENA COMELLI
Economia

"Piano Mattei scritto con l’Africa". Eni, ok all’acquisizione di Neptune

La premier in Mozambico e Congo: lo finanzieremo con il 70% del fondo clima, circa tre miliardi

"Piano Mattei scritto con l’Africa". Eni, ok all’acquisizione di Neptune

"Piano Mattei scritto con l’Africa". Eni, ok all’acquisizione di Neptune

Via libera dalla Commissione Europea all’acquisizione della britannica Neptune Energy da parte dell’Eni, la più grande transazione economica nell’industria europea degli idrocarburi da quasi un decennio. La Commissione ha concluso che l’operazione non solleverebbe problemi sotto il profilo della concorrenza, "data la limitata posizione combinata di mercato delle società derivante dall’operazione". Neptune ha sede a Londra e si occupa della produzione di petrolio e gas in otto Paesi: Regno Unito, Norvegia, Paesi Bassi, Germania, Algeria, Egitto, Indonesia e Australia. Attualmente è controllata da China Investment Corporation (con una quota del 49%), da fondi gestiti da Carlyle Group e CVC Capital Partners e da alcuni manager della società.

L’accordo prevede che il Cane a sei zampe acquisisca la quasi totalità delle attività di Neptune per 2,6 miliardi di dollari. Le uniche eccezioni sono le operazioni in Norvegia, che verranno invece assorbite da Vår Energi (di cui Eni possiede il 63 per cento) a un prezzo di 2,3 miliardi, e quelle in Germania, che non rientrano nell’accordo e saranno scorporati dal perimetro prima del closing. Si tratta di una transazione molto significativa non solo per il valore economico, ma anche perché da qualche tempo le compagnie petrolifere europee sono generalmente più orientate alla vendita di asset legati ai combustibili fossili anziché al loro acquisto: così facendo, infatti, si liberano delle attività maggiormente inquinanti e finanziano il passaggio alle fonti di energia low-carbon, più coerenti con la transizione ecologica.

"È chiaro che la tendenza è quella di acquisire energie rinnovabili o altri progetti verdi, ma questo è un accordo in linea con il nostro percorso di transizione", dichiarò l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, spiegando il senso dell’acquisizione al Financial Times in giugno. "L’operazione aggiungerà circa 4 miliardi di metri cubi di gas da destinare ai consumatori europei", aggiunse allora Descalzi.

Sulla stessa linea di promozione a tutto tondo delle fonti fossili si sta muovendo anche la presidente del consiglio Giorgia Meloni, che ieri ha fatto una visita al presidente della Repubblica del Mozambico Filipe Nyusi, prima di recarsi in Congo: "Il piano Mattei per l’Africa sarà sostenuto dal fondo clima. Il 70 per cento del fondo clima sarà destinato all’Africa: parliamo di circa tre miliardi di euro, ha annunciato la premier.

Meloni ha fatto capire che il piano Mattei è ancora tutto da scrivere: "Abbiamo dovuto rinviare la conferenza Italia-Africa ai primi giorni di gennaio per cercare di capire meglio il quadro della situazione internazionale che intanto sta evolvendo. Il presidente Nyusi ha garantito non solo la collaborazione e la cooperazione del Mozambico nella stesura di quel piano Mattei che vogliamo presentare alla conferenza Italia-Africa, ma anche la sua presenza. Non ci sarebbe nulla di nuovo se noi pretendessimo di scrivere un piano da presentare all’Africa. Una cosa nuova può essere scriverlo insieme".

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro