Giovedì 2 Maggio 2024

Torino, detenuto in permesso tenta di sgozzare la compagna. Aveva già ucciso la fidanzata

Un tunisino di 36 anni era fuori dal carcere per lavorare. La donna, torinese di 44 anni, sfregiata al volto

La polizia sul luogo del tentato omicidio (Ansa)

La polizia sul luogo del tentato omicidio (Ansa)

Torino, 19 ottobre 2019 - Ha tentato di sgozzare la compagna dopo aver già ucciso la precedente fidanzata. Safi Mohamed, tunisino di 36 anni, è stato arrestato a Torino per tentato omicidio. La donna, una torinese di 44 anni, voleva lasciarlo dopo aver scoperto che nel 2008 aveva ucciso a Bergamo la fidanzata 21enne. Detenuto alle Vallette, il tunisino stava usufruendo di un permesso lavoro. L'aggressione è avvenuta la scorsa notte in strada intorno all'una. L'uomo ha colpito con una bottiglia di vetro la compagna, che è stata sfregiata al volto. Ora la 44enne è ricoverata in gravi condizioni all'ospedale Maria Vittoria. Ha subìto una brutta lesione del nervo facciale, che è stato riparato al microscopio con un intervento chirurgico

I due si erano visti nel quartiere Barriera di Milano ed erano saliti sul un tram della linea 4 per andare a casa della donna. Una volta scesi dal tram, l'uomo l'ha gettata a terra e si è avventato sulla compagna con una bottiglia di vetro, cercando di sgozzarla davanti agli sguardi impietriti dei passanti che hanno chiesto aiuto. La donna indossava una sciarpa che probabilmente le ha salvato la vita. Ha però riportato numerose ferite al volto. Nonostante le sue gravi condizioni e lo choc, la donna è riuscita a indicare il suo aggressore, che è stato rintracciato e fermato poco distante; gli agenti l'hanno trovato a terra sporco di sangue. Probabilmente è caduto fuggendo.

La relazione tra i due era iniziata circa sei mesi fa: quando la compagna aveva scoperto su internet i precedenti del tunisino, aveva deciso di lasciarlo. Il 9 giugno 2008, l'uomo aveva ucciso a Bergamo la sua fidanzata dell'epoca, Alessandra Mainolfi. L'aveva pugnalata al petto e poi aveva chiamato le forze dell'ordine dicendo "ho ucciso il mio amore". Condannato a dodici anni di reclusione per omicidio (il pm aveva chiesto 15 anni), stava scontando la pena nel carcere Lorusso e Cutugno di Torino, dove usufruiva di un permesso per lavoro. Lavorava in un bistrot e doveva rientrare alle 2. 

Il guardasigilli, Alfonso Bonafede, ha chiesto all'ispettorato del ministero della Giustizia di compiere accertamenti sul caso. "Siamo vicini alla vittima di questo ennesimo tentato femminicidio. Tema che rimane grave e urgente nel Paese", il richiamo della sindaca di Torino, Chiara Appendino