Palermo

Inchiesta sulle ong e giornalisti intercettati, la ministra Cartabia dispone accertamenti

Inchiesta sulle ong e giornalisti intercettati, la ministra Cartabia dispone accertamenti

Durante l'inchiesta, risalente al 2017, sulla ong tedesca e la sua nave Iuventa che operava nel Canale di Sicilia per salvare migranti, sono indagate 21 persone (tra cui membri di Save the Children e Medici senza frontiere), accusate di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina

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La ministra della Giustizia Marta Cartabia ha disposto accertamenti sull'inchiesta di Trapani sulla ong Jugend Rettet, in cui sono stati intercettati alcuni giornalisti. Lo fanno sapere fonti del ministero di via Arenula. Da più parti, dalla politica all'ordine dei giornalisti, arrivano richieste di chiarimenti sull'inchiesta e sul perché siano finiti trascritti dialoghi tra cronisti e le loro fonti. "Siamo di fronte allo sfregio del segreto professionale - afferma il presidente nazionale Carlo Verna - leggendo le cronache appare di estrema gravità e merita una mobilitazione non solo della categoria che l'Ordine dei giornalisti promuoverà. Ci appelleremo al Presidente della Repubblica, che oltre ad essere il supremo garante della Costituzione è anche il numero uno del Csm, e alla Ministra della Giustizia".

Durante l'inchiesta, risalente al 2017, sulla ong tedesca e la sua nave Iuventa che operava nel Canale di Sicilia per salvare migranti, in cui sono indagate 21 persone (tra cui membri di Save the Children e Medici senza frontiere), accusate di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, è stato messo sotto controllo per sei mesi il telefono della giornalista Nancy Porsia, specializzata nella questione libica. Sono stati registrati anche dialoghi con le sue fonti e con la sua avvocata Alessandra Ballerini, la stessa legale che assiste la famiglia di Giulio Regeni. Sono stati intercettati, indirettamente, pure i cronisti Nello Scavo, Sergio Scandura, Francesca Mannocchi, Antonio Massari, Claudia Di Pasquale e Fausto Biloslavo. Nessuno dei giornalisti ascoltati è indagato.

Il pm

A firmare l'avviso di conclusione delle indagini, insieme alle pm Brunella Sardoni e Giulia Mucaria, il procuratore reggente di Trapani Maurizio Agnello. Che in un'intervista a Repubblica prova a gettare acqua sul fuoco delle polemiche. "Posso garantire che non utilizzeremo quelle telefonate. Sia io che le colleghe siamo arrivati a Trapani due anni dopo che quelle intercettazioni erano state effettuate. Posso solo dire che non fanno parte dell'informativa sulla base della quale chiederemo il processo e che dunque non possono essere oggetto di alcun approfondimento giudiziario. Non conosco quelle intercettazioni che naturalmente abbiamo dovuto depositare ma che non useremo".

Per il procuratore non c'è nulla di strano, insomma. "L'asse fondante del procedimento sarà l'informativa che è stata depositata a giugno dalla Polizia giudiziaria, cioè dallo Sco, dalla Squadra mobile e dalla Capitaneria di porto - spiega il magistrato - nella quale la giornalista Nancy Porsia è riportata indirettamente, perché ci sono altri soggetti intercettati in cui parlano di lei. In ogni caso, non verrà utilizzata nel procedimento alcuna intercettazioni della giornalista, lo ripeto".

"Mi intercettavano, invece di proteggermi"

"Il retrogusto amaro di tutta questa faccenda è avere la conferma che chi doveva proteggermi invece mi intercettava. Questo è certo. La mia vita era in pericolo e loro lo sapevano", è lo sfogo con l'Adnkronos di Nancy Porsia. La giornalista freelance salì a bordo della nave Vos prudence che operava nel Mediterraneo nell'estate del 2017. "Loro sapevano dei contatti di alcuni attori importanti del traffico di esseri umani e le connivenze politiche che avevano tra Italia e la Libia, ma non mi hanno protetta - dice ancora la giornalista - E allo stesso tempo c'è anche la violazione totale al diritto dell'informazione e al diritto di una giornalista a tutelare le proprie fonti, perché c'è tanto materiale sensibile che ora può essere visionato da molte persone e poi il fatto che, ancora una volta, viene fuori in maniera prepotente i freelance siano lasciati senza tutele".

Poi Porsia si chiede perché "trascrivere le conversazioni con l'avvocata Alessandra Ballerini"?. "Ci siamo sentite in questi giorni - dice la giornalista - Perché trascriverle quelle conversazioni? Di fatto non è stato trascritto tutto quello che è stato detto da me in sei mesi, perché non sarebbero bastate 30 mila pagine solo per le mie intercettazioni. Solo alcune parti sono state trascritte".

La presa di posizione degli avvocati

Anche la camera penale di Trapani chiede chiarimenti sulla vicenda. "Occorre comprendere chi (e per quale motivo) abbia palesemente violato la chiara regola del codice di procedura penale intercettando - sia pure indirettamente - la conversazione di un difensore nell'esercizio delle proprie funzioni difensive", afferma una nota, riferendosi all'inchiesta apparsa ieri sul "Domani" e, in particolare, all'intercettazione della giornalista Porsia. "Dalle captazioni delle conversazioni della giornalista - avvenute, pare, con sistemi di geolocalizzazione - afferma la nota - gli inquirenti hanno registrato, e trascritto nei brogliacci, le conversazioni della Porsia con il suo avvocato e con altri due avvocati che l'avevamo inserita nella lista come consulente nei processi a carico di alcuni loro assistiti. Come detto, almeno una di queste conversazioni - intercorsa tra la Porsia e un avvocato - riguardava la nomina della giornalista quale consulente di difesa in un processo in corso di celebrazione. Nella telefonata l'avvocato difensore discute con la sua consulente delle strategie processuali".