Napoli

Guerra tra clan di camorra a Torre Annunziata, 19 arresti

Tra i destinatari di una misura cautelare in carcere anche il capoclan Valentino Gionta e i fratelli Scherillo della cosca rivale
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C'è anche il boss e nipote e omonimo dello storico capoclan di Torre Annunziata tra i destinatari della misura cautelare emessa dal gip oplontino dopo indagini dei carabinieri. Sono 19 gli indagati a vario titolo per associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione aggravata dal metodo mafioso, porto e detenzione di armi da sparo, e sono tutti affiliati ai clan rivali Gionta e IV Sistema.

L'indagine abbraccia un arco temporale che va dal maggio 2020 a luglio di questo anno, nata dopo il tentato omicidio di Giuseppe Carpentieri, 51 anni, ritenuto elemento di spicco del clan e genero del capoclan detenuto Valentino Gionta, 68 anni, che per i pm è ancora al vertice dell'organizzazione, attraverso i familiari più stretti, tra cui la figlia Teresa, 50 anni, lo stesso Carpentieri e l'omonimo nipote Valentino Gionta, 38 anni.

I Valentini, soprannome degli appartenenti ai Gionta, per gli inquirenti hanno ancora la capacità di controllo del territorio attraverso l'intimidazione mafiosa, mantenendo in piedi una opprimente rete estorsiva ai danni di attività economiche locali e la loro capacità di fronteggiare militarmente le cosche rivali grazie alla disponibilità di armi ed esplosivi.

Ed è proprio nello scontro armato tra i clan che è maturato l'agguato a Carpentieri del 6 maggio 2020, per la cui esecuzione sono responsabili i fratelli Pasquale e Luca Cherillo, rispettivamente 37 e 35 anni, entrambi detenuti, ritenuti i promotori del neo-costituito clan IV Sistema, con base nel quartiere popolare del Parco Penniniello, mossi da sentimenti di vendetta per l'omicidio del loro nonno Natale Scarpa avvenuto il 14 giugno 2006 in un agguato eseguito da  sicari del clan  Gionta.