4 agosto 2020 - 14:36

Como, i Nas nelle Rsa: sequestrate 363 cartelle cliniche di pazienti deceduti

L’indagine è stata avviata in seguito alla ricezione di 26 esposti da parte di familiari delle vittime e del personale sanitario. Si cercano riscontri dei protocolli di prevenzione e delle procedure applicati per il contrasto del Covid-19

di Redazione Milano online

Como, i Nas nelle Rsa: sequestrate 363 cartelle cliniche di pazienti deceduti
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Il Nas di Milano, al termine di accertamenti presso 17 Rsa e un ospedale della provincia di Como, ha sequestrato 363 cartelle cliniche di pazienti deceduti nei mesi della pandemia, chiedendo riscontro dei protocolli di prevenzione e delle procedure applicati per il contrasto del Covid-19. L’indagine è stata avviata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Como in seguito alla ricezione di 26 esposti da parte di familiari delle vittime e del personale sanitario. Quelle segnalate dai parenti sono una decina, mentre per altre la segnalazione è venuta da dipendenti delle Rsa e dal Codacons. Fonti giudiziarie precisano come non ci sia un’unica indagine «calderone», ma per ogni struttura è stato aperto un diverso fascicolo.

I reati ipotizzati sono, a seconda dei fatti oggetto degli accertamenti, omicidio colposo ed epidemia colposa. Dall’analisi delle cartelle cliniche (esclusa l’opzione delle autopsie), gli inquirenti vogliono capire, tra le altre cose, se i pazienti presentassero patologie pregresse e se siano state adottate le regole di prudenza suggerite dalla situazione, come non far entrare familiari o esterni durante il periodo più cruento della pandemia. Como è stata tra le città meno colpite dal Covid in Lombardia assieme a Lecco, Sondrio e Varese, pur pagando, come tutta la Regione, un prezzo molto alto in termini di vite all’infezione.

Il viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri ha commentato: «Bene gli accertamenti nelle Rsa, serve fare luce per una sanità migliore. Le indagini e i controlli sono essenziali alla comprensione dei fatti, della responsabilità e soprattutto della giustizia e della verità che si devono ai parenti delle vittime».

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