9 settembre 2019 - 15:59

Morti in corsia a Saronno, dopo tre anni concessi i domiciliari a Leonardo Cazzaniga

L’ex viceprimario del pronto soccorso, 63 anni, potrà proseguire la custodia cautelare a casa dei suoi anziani genitori indossando il braccialetto elettronico. L’ex amante Laura Taroni è stata condannata in secondo grado a 30 anni

di Andrea Camurani

Leonardo Cazzaniga, 63 anni, in aula (foto dal sito Varesenews.it) Leonardo Cazzaniga, 63 anni, in aula (foto dal sito Varesenews.it)
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La Corte d’Assise del Tribunale di Busto Arsizio (Varese) ha accolto la richiesta di custodia cautelare ai domiciliari per Leonardo Cazzaniga, 63 anni, ex viceprimario del pronto soccorso di Saronno (Varese), presentata dal suo avvocato Ennio Buffoli la scorsa settimana. Il medico, a processo per dodici morti sospette in corsia e tre nella famiglia dell’ex amante infermiera Laura Taroni, dopo tre anni di carcere, ha avuto il permesso trascorrere il periodo di custodia cautelare fino alla fine del processo, che riprenderà il 21 ottobre, a casa dei suoi anziani genitori (dalla moglie è separato da tempo), indossando il braccialetto elettronico.

Il processo a Leonardo Cazzaniga, che si celebra dinanzi alla Corte d’assise di Busto Arsizio, si sta avviando verso la conclusione della fase dibattimentale. Attualmente la difesa ha chiesto e ottenuto una perizia per la verifica di un possibile nesso fra le somministrazioni di farmaci da parte del medico (che si autodefiniva «l’angelo della morte») e i decessi avvenuti in ambiente ospedaliero. La richiesta per la perizia è stata formalizzata per i 13 casi contestati di morte in ospedale a Saronno, tranne quelli di Massimo Guerra e Maria Rita Clerici, rispettivamente il marito e la madre di Laura Taroni, l’ex amante di Cazzaniga, condannata in appello nel luglio scorso a trent’anni.

La richiesta di ottenere benefici cautelari era stata depositata nei giorni scorsi dalla difesa di Cazzaniga, rappresentata dai legali del Foro di Brescia, Ennio Buffoli e Andrea Pezzangora. «Il dottore – hanno scritto – è soggetto alla prima esperienza giudiziaria e carceraria ed è detenuto ininterrottamente da quasi tre anni. In questo periodo ha sempre mantenuto un comportamento regolare e rispettoso delle norme carcerarie». Inoltre, dato che è stato sospeso dall’Ordine dei Medici dopo il suo arresto, non può più esercitare e per questa ragione non avrebbe alcun modo di interagire con alcun paziente. «In merito al giudizio di gravità indiziaria, si ritiene che le esigenze cautelari ben possano essere allo stato salvaguardate attraverso la misura degli arresti domiciliari ristretti, con il braccialetto elettronico. Uno dei rischi di inquinamento probatorio potrebbe essere rappresentato dal contatto con la ex compagna, Laura Taroni, condannata a 30 anni anche in secondo grado. Ma è stabilmente detenuta in carcere a Como». Laura Taroni è stata ritenuta responsabile degli omicidi di suo marito Massimo Guerra, morto nel giugno 2013 avvelenato da farmaci per il diabete, e di sua madre Maria Rita Clerici, nel gennaio 2014.

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