Umanità e fermezza e ci sarà un cambio di passo «per una nuova politica a livello Europeo sulla gestione dei flussi migratori». Quaranta minuti è durata l’informativa del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi che ha parlato al Senato (poi alla Camera). In sintesi: «In Italia non si entra illegalmente, la selezione di chi entra in Italia non la faranno i trafficanti di esseri umani». È chiaro e diretto il titolare del Viminale su come dovranno essere gestiti in futuro. Spiegando che governare i flussi è un «delicatissimo compito» per poi dire che è necessario garantire «condizioni di vita adeguate e dignitose a tutti: a chi è accolto e a chi accoglie». E ancora: «La dignità non può fermarsi ai centri di accoglienza, la dignità è una priorità assoluta». 

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I numeri e la questione dei flussi
Poi, Piantedosi ha illustrato i numeri dei flussi migratori. «Nel periodo che va dall'1 gennaio 2021 al 9 novembre 2022 le Ong, nell'ambito di 91 eventi di sbarco, hanno portato sulle coste italiane 21.046 migranti, di cui 9.956 nel 2021 e 11.090 nel 2022». Sottolineando che gli arrivi quest'anno «sono stati oltre 90mila, il 60% in più rispetto allo stesso periodo del 2021. Un dato che incide pesantemente sul sistema di accoglienza già provato dagli arrivi di profughi in fuga dalla guerra dall'Ucraina, circa 172mila». La complessa attività di monitoraggio richiede un grande sforzo operativo e questo è un punto che il ministro ha sottolineato con forza. Solo in relazione agli sbarchi di Catania e Reggio Calabria, ha sottolineato il capo del Viminale «lo Stato ha messo in campo un imponente sforza». Sempre Piantedosi ha ricordato che la gestione dei flussi migratori è «una sfida epocale che non può essere affrontata dai singoli stati». E ancora: «Ci sono 100mila migranti nel sistema di accoglienza e le prefetture segnalano una saturazione dei posti disponibilità e criticità».

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La stretta
La stretta promessa dalla premier Giorgia Meloni arriverà. E punta a depotenziare con l'effetto deterrente della confisca la flotta umanitaria operativa nel Canale di Sicilia, che nel 2022 ha portato in Italia 10.980 migranti, il 12% dei 93mila complessivamente sbarcati finora. La misura va declinata però in modo ponderato, efficace e non suscettibile di rilievi da parte di Corte costituzionale, Quirinale e Commissione europea. Obiettivo non facile. «La sostenibilità dell'accoglienza si misura anche in termini di impatto sulla sicurezza della nostre comunità» spiega nella sua informativa Piantedosi e «non c'è dubbio che il percorso da seguire è quello di governare le migrazioni anziché subirle - ha sottolineato - La necessità di governare i flussi e di fermare le partenze illegali trova conferma anche nelle difficoltà che sta incontrando il sistema nazionale di accoglienza. Sono difficoltà che ben conoscono i prefetti e sindaci e che mettono a dura prova la sostenibilità dell'intero sistema con evidenti ricadute in termini di inefficienza dei servizi offerti, di lievitazione dei costi e non ultimo di capacità di assicurare un'effettiva integrazione delle persone».
La Ocean Viking
È sulla questione delle Ong che Piantedosi poi si è soffermato. In particolare il caso della Ocean Viking e le suvcessive tensioni con la Francia. «L'Ocean Viking si è diretta autonomamente verso le coste francesi, una decisione questa non solo mai auspicata dall'Italia ma che di fatto ha creato attriti su piano internazionale, anche questi assolutamente non voluti dal governo con il rischio di avere ripercussioni sulle politiche migratorie a livello europeo" ha detto il ministro dell’Interno. «La nave Ocean Viking, battente bandiera norvegese ha operato dal 22 al 26 ottobre, con ben sei interventi su più di 200 migranti, nei confronti di questa nave il 24 ottobre con una nota verbale del nostro ministero degli Esteri sollecitando la Norvegia a compiere ogni azione necessaria per l'individuazione di un posto sicuro per i migranti. Ho sollecitato il nostro ministro degli Esteri a mantenere aperte le interlocuzioni con la Norvegia e ad acquisire informazioni sulle persone a bordo. L 'Ocean Viking non è mai entrate in acque territoriali italiane, e le autorità italiane non hanno mai notificato alcun provvedimento di divieto, la decisione della nave di allontanarsi dalle coste italiane risulta essere stata presa dopo che i media avevano già diffuse la notizia che le persone soccorse in altre navi ong erano già tutte sbarcate», ha concluso. E sulla questione è intervenuta l’associazione Sos Mediterranée: «La situazione sulla Ocean Viking era insostenibile e questo ci ha costretto a chiedere un porto sicuro alla Francia, dopo il rifiuto dell'Italia di ottemperare ai suoi doveri». E ancora: «Per 15 giorni abbiamo aspettato che l'Italia o Malta rispondessero alle decine di richieste di aiuto. Addebitare una crisi politica a una nave umanitaria è grave», ha aggiunto Sos Méditerranée.

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Le ong
Il ministro, dunque, ha prima ricostruito i fatti degli ultimi giorni, davanti al porto di Catania e di Reggio Calabria. «Le Ong non possono scegliere in autonomia i porti e i Paesi nei quali attraccare» ha detto Piantedosi nel corso dell'informativa al Senato. Poi la stoccata alle ong spiegando che «la presenza di navi ong continua a rappresentare un fattore di attrazione, un “pull factor”» per i flussi di migranti e sono importanti anche per «le organizzazioni criminali che basano il loro modus operandi sulla presenza di assetti ong nell'area». Così il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, nella sua informativa al Senato.Su Ocean Viking Piantedosi ha sottolineato: «Non è mai entrata in acque territoriali italiane». L’8 novembre «la Ocean Viking dopo aver sostato diversi giorni si era spostata autonomamente verso ovest, verso le coste francesi». Di conseguenza, spiega il ministro «se le ong agiscono in maniera autonoma diventa più difficile per gli Stati agire». In quanto agli attriti con la Francia, Piantedosi ha sottolineato «che non sono stati voluti dal governo italiano». 
La gestione dei flussi
Governare i flussi migratori è, «come ha affermato il presidente Meloni», una di quelle «sfide epocali che non possono essere affrontate dai singoli Stati, sulle quali è arrivato il tempo che l'Unione europea sviluppi una grande politica per le migrazioni» sottolinea Piantedosi, nell'informativa al Senato. E «l'Italia non è mai venuta meno ai principi di solidarietà ed accoglienza, ma l'accoglienza ha un limite invalicabile nella capacità dello Stato di destinazione dei flussi di assicurare percorsi di integrazione efficaci». Così il Viminale sottolinea qual è la linea: «Siamo per attivare corridoi umanitari per le persone vulnerabili, da usare come leva anche per i Paesi di origine e transito dei flussi. Dobbiamo creare percorsi legali di ingresso per i Paesi che collaborano alla prevenzione delle partenze illegali ed ai rimpatri, con un meccanismo premiale a favore dei Paesi più impegnati nel contrasto all'immigrazione illegale».
Le critiche dei vescovi italiani 
E sul caso della gestione dei migranti e della posizione del governo italiano, interviene anche la Cei. «Siamo sicuri che la chiusura verso i migranti e i rifugiati e l'indifferenza per le cause che li muovono siano la strategia più efficace e dignitosa per gestire quella che non è più solo un'emergenza? Siamo sicuri che la guerra, in Ucraina come nei Paesi dei tanti 'conflitti dimenticati', sia davvero capace di superare i motivi da cui nasce?». È la domanda che i vescovi italiani lasciano nel messaggio Cei per la 45/a Giornata Nazionale per la Vita. 
Le reazioni
Uno dei primi a parlare è stato il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri: «Noi sappiamo che le Ong sono organizzazioni meritevoli, che salvano le persone. Hanno il loro merito ma ci sono delle regole. Anche il soccorso ha delle regole». Duro Calenda, del Terzo Polo. «La sua è stata una relazione prefettizia, poche idee e confuse» ha detto, nell'Aula del Senato, il leader di Azione. E poi: «Un giorno ci spiegherà la genesi della geniale» affermazione “carico residuo", ha sottolineato. L'attività delle Ong, ha poi osservato, «va regolamentata» ma non sulla pelle delle persone che stanno sulle navi. «Ciò che è accaduto è indegno di un paese civile».

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«Il Ministro dell'Interno ha rilasciato un'informativa burocratica che tenta di giustificare in modo superficiale la crisi diplomatica con la Francia. La verità è che il governo - per ragioni identitarie e di consenso - ha ingaggiato un inutile braccio di ferro che ha profondamente indebolito il nostro Paese in Europa. Sposando la linea Salvini del 2018, non solo non si risolve il problema, ma si rischia di arrecare danni ai nostri interessi nazionali. I dati dimostrano che non c'è nessuna invasione e che con le ONG - come ha dichiarato lo stesso ministro - entrano solo il 15% dei migranti. Prendersela con loro serve solo alla propaganda del governo e a creare attriti con i nostri alleati europei. Il Ministro Piantedosi doveva rappresentare la quota di alto profilo di questo governo, in realtà è il ventriloquo di Salvini». Lo dichiara in una nota Simona Malpezzi, Presidente dei senatori del Pd, commentando l'informativa del Ministro degli Interni al Senato. «Il centrodestra è compatto sulla linea Piantedosi: coniugare solidarietà e fermezza. Ora serve una spinta europea e una nuova politica nel Mediterraneo perché l'Italia da sola non può farsi carico dell'intero flusso migratorio proveniente dal Nord Africa» dice il capo politico di Noi moderati, Maurizio Lupi.

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