MILANO. La Lombardia sarà da domenica in zona rossa. A confermarlo è il presidente della Regione Attilio Fontana a margine di un evento a Concorezzo, in Brianza. «Ho appena parlato con il ministro Speranza - ha detto - è una punizione che non meritiamo». Nonostante la sentenza del Tar, quindi, «lunedì prossimo le scuole non riaprono», ha aggiunto il presidente della Regione. Che ha poi aggiunto: «Ho fatto presente a Speranza che c'è qualcosa che non funziona nei conti, come vengono fatti e nella determinazione dei parametri. Bisogna rivederla perché oggettivamente siamo in una fase in cui stiamo migliorando i numeri».
Per questo motivo, la Lombardia è pronta a presentare ricorso contro la decisione del Governo di collocare la regione in zona rossa. «Non condividiamo la scelta di inserire la Lombardia in zona rossa per cui, qualora dovesse arrivare questa ordinanza, proporremo ricorso» annuncia in serata il presidente della Regione Attilio Fontana, in una nota. «In Lombardia negli ultimi 15 giorni la situazione è migliorata almeno per classificarci in zona arancione. Attendiamo l'ufficialità dal Ministero (della Salute, ndr) ma siamo pronti a presentare ricorso», aggiunge.
«Ho chiesto al ministro Speranza di ripensarci e invieremo delle accurate note per spiegare le motivazioni della nostra opposizione. Sono stato cauto e ho preteso sempre il rispetto delle regole. Tuttavia ritengo fortemente penalizzante questo scenario, che darebbe un colpo devastante a una grossa fetta dell'economia lombarda» spiega Fontana. «Più volte - ricorda il governatore - ho chiesto al Governo di rivedere i parametri perché basati su dati vecchi, in questo caso del 30 dicembre che, oltretutto, non tengono conto di importantissimi indicatori a noi favorevoli, come per esempio l'Rt sull'ospedalizzazione. Purtroppo non abbiamo ancora ricevuto risposta».

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Alle proteste di Fontana il ministro della Salute, Speranza, ha garantito che farà ancora dei controlli è che «chiamerà il Comitato tecnico per rivalutare la situazione».

Covid, Fontana: "Lombardia verso zona rossa, una punizione immeritata"

Intanto, Comune e Provincia di Bergamo, in una lettera congiunta allo stesso Fontana, chiedono che si tenga in considerazione la situazione epidemiologica dei singoli territori per valutare una eventuale esenzione dalle misure più rigide verso le quali la Regione sta andando. «I dati epidemiologici degli ultimi giorni – sottolineano - evidenziano una marcata disomogeneità tra i diversi territori provinciali. In particolare, come già era emerso in occasione della seconda ondata dell'epidemia di Covid-19, la provincia di Bergamo registra tuttora valori di diffusione del virus decisamente più bassi delle altre province lombarde».

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Il dato più significativo – sottolineano Comune e Provincia – è quello relativo all'incidenza dei nuovi contagi, indicatore che colloca la provincia di Bergamo - con 61 nuovi casi ogni 100.000 abitanti - ben al di sotto della media regionale (122) e ancor più dei territori (Mantova, Como, Sondrio, Milano, Varese) che presentano valori superiori a 200. Infine, gli ultimi riscontri relativi all'indice RT (1.2) «descrivono una progressione dei contagi rispetto al periodo natalizio, ma questo indicatore prescinde dai valori assoluti e ci sembra pertanto che non consenta, di per sé, una piena comprensione della situazione epidemiologica in un dato territorio».

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