Per quasi un mese si è pensato che i resti trovati in quella Fiat Panda fossero di un cane. Anche se di quel cane non si riusciva a individuare il proprietario. Ora, dopo le prime analisi eseguite all'Istituto di medicina legale di Milano dalle anatomopatologhe Cristina Cattaneo e Debora Mazzarelli, è emerso che quei resti carbonizzati rinvenuti nel sedile posteriore della vettura potrebbero essere di Sabrina Beccalli, la 39 enne di Crema scomparsa il giorno di Ferragosto e per la cui scomparsa è in carcere, nella casa circondariale di Monza, l’amico Alessandro Pasini. La svolta è arrivata in queste ore, dopo che le due esperte sono state incaricate di analizzare i resti dal sostituto procuratore della Repubblica di Cremona, Lisa Saccaro, di eseguire la perizia su una trentina di piccole ossa e lembi di tessuto. Ma sarà solo nelle prossime ore che, grazie all’esame del dna, si potrà stabilire con maggiore certezza se davvero quei resti siano della donna – madre di un adolescente – il cui corpo non si riesce a ritrovare.

Che quei resti fossero umani era già stato ipotizzato dal medico legale Angelo Grecchi, sulla scorta delle immagini mostrategli dall'avvocato cremasco Paolo Sperolini, difensore di Pasini, accusato di omicidio e distruzione di cadavere. La stessa procura di Cremona si stava ormai orientando da qualche giorno in questa direzione. “Il fatto che il cadavere sia stato cercato ovunque, a lungo e inutilmente, e che l'indagato sostenga con tanta ostinazione di aver bruciato il corpo della vittima – aveva spiegato il procuratore capo di Cremona, Roberto Pellicano – ci spinge a rivalutare con attenzione questa pista”. Il cadavere era stato cercato, tra l'altro, in una cisterna agricola colma di liquami, oltre che nelle rogge della zona. Ma il giallo, iniziato la mattina di Ferragosto, quando la donna non aveva mai raggiunto il figlio e gli amici in piscina, non può dirsi risolto. Resta ancora da capire, infatti, se Beccalli sia stata uccisa da Pasini, come sostengono gli inquirenti, o se invece sia morta in seguito a un'overdose, come racconta invece l'indagato, che ha sempre ammesso di esser stato lui ad aver incendiato l'auto senza però aver ucciso nessuno. I dubbi sulla possibilità di un'overdose sono aumentati in seguito al sopralluogo compiuto dai carabinieri del Ris nell'appartamento in cui la donna sarebbe morta. In quella casa, di cui è proprietaria un’amica di Pasini, pare infatti che non siano state trovate tracce di droga. E per questo si stenta a credere che a uccidere Sabrina Beccalli sia stato un mix di eroina e cocaina. Le indagini continuano su ogni fronte, e si spera che un aiuto arrivi anche da qualche immagine delle telecamere di sorveglianza. In particolare, i carabinieri hanno acquisito i filmati dei distributori self service di benzina, per capire dove Pasini ha acquistato il combustibile per dare fuoco alla Panda in cui ha bruciato l'amica.    

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