CARACAS. La giustizia del Venezuela ha gettato oggi un plateale guanto di sfida agli Stati Uniti annunciando la condanna a oltre 20 anni di carcere di due cittadini americani arrestati all'inizio di maggio mentre, nelle vesti di contractor guidavano un folto gruppo di disertori in una incursione via mare che a molti ha ricordato l'invasione della Baia dei Porci di Cuba, quasi mezzo secolo fa. I media governativi a Caracas hanno riferito nei giorni successivi alla fallita operazione che, oltre alla cattura dei due contractor americani, otto disertori erano morti in scontri a fuoco con le forze di sicurezza venezuelane, e molte altre decine di essi erano stati arrestati arrestati in diverse località.

Il presidente Nicolás Maduro, che secondo una versione mai completamente confermata doveva essere rovesciato dai rivoltosi, aveva assicurato che i due, Luke Denman e Airan Berry, sarebbero stati processati dalla giustizia venezuelana. E così è stato. La pesante condanna di primo grado è stata comunicata via Twitter dal procuratore generale Tarek William Saab, il quale ha precisato che i «due cittadini americani hanno ammesso la propria colpevolezza per i reati, previsti dal nostro codice penale, di cospirazione, associazione per delinquere, traffico illecito di armi da guerra e terrorismo». In un video diffuso dalla tv statale Vtv, Denman e Berry hanno sostenuto di aver accettato un’offerta di partecipare alla «Operazione Gedeone» fattagli da un ex berretto verde, Jordan Goudreau, titolare della compagnia SilverCorp Usa con sede a Melbourne, in Florida. «Credevano - hanno sostenuto all'unisono - che fosse una iniziativa buona per la democrazia in Venezuela».

Da tempo le relazioni fra il Venezuela e gli Stati Uniti sono al rosso vivo, con un progressivo inasprimento da parte di Washington di ogni possibile sanzione nei confronti degli esponenti “chavisti” considerati «corrotti, violatori dei diritti umani e illegittimamente al potere». Giorni fa in una testimonianza in Senato, il rappresentante speciale Usa per il Venezuela, Elliott Abrams, ha confermato che anche nel 2012 «continueremo ad appoggiare il presidente legittimo Juan Guaidò», sperando «che il presidente Maduro non sopravviva al potere quest'anno». «E per questo obiettivo - ha rivelato - stiamo lavorando duramente». Il capo dello Stato venezuelano, da parte sua, ha però continuato a sfidare apertamente il presidente Donald Trump stringendo alleanze economiche sociali e militari con Paesi con cui la Casa Bianca ha relazioni difficili, come Russia, Cina, Iran e Turchia.

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