DALL’INVIATO A BEIRUT. Un nuovo attacco terroristico, a una settimana dalla firma dell’accordo di pace fra Stati Uniti e Taleban, ha fatto strage a Kabul. Almeno 27 persone sono state uccise, e altre decine ferite, quando una serie di esplosioni ha investito l’area dove si teneva una cerimonia di commemorazione per la morte del leader hazara Abdul Ali Mazari, ucciso nel 1995 dai talebani. Gli hazara sono la più importante comunità sciita dell’Afghanistan, fra il 15 e il 20 per cento della popolazione, e sono odiati dai jihadisti, in particolare dall’Isis, che ha compiuto numerosi attacchi a moschee e santuari sciiti negli ultimi quattro anni. L’attacco è stato scatenato appena il presidente del High Peace Council, Karim Khalili, ha cominciato il suo discorso alla presenza delle autorità politiche, compreso il premier Abdullah Abdullah, sfidante dell’appena rieletto presidente Ashraf Ghani.

Sospetti sull’Isis 
I Taleban hanno subito smentito di essere responsabili e poco dopo è arrivata la rivendicazione dell’Isis. Una nuova fonte di destabilizzazione dopo una serie di assalti alla forze di sicurezza, che hanno provocato un raid americano in risposta, la situazione si è calmata negli ultimi due giorni. I talebani “potrebbero prendere il potere in Afghanistan” dopo il ritiro delle truppe Usa, ha ammesso il presidente americano Donald Trump. Ma in Afghanistan operano altri gruppi jihadisti, come il Network Haqqani, manovrato dai Servizi pachistani, e lo Stato islamico, che ha cellule nella capitale e controlla una piccola fetta di territorio al confine con il Pakistan. L’attacco di oggi ha caratteristiche settarie e mostra quanto sia ancora lontana la pace, nonostante l’intesa fra Donald Trump e gli studenti barbuti, che dovrebbe portare al ritiro di tutte le truppe della Nato entro 14 mesi, compresi gli 800 militari italiani ancora nel Paese. Oggi sono presenti ancora 13 mila soldati statunitensi e circa 3 mila delle nazioni alleate.

Anche bambini feriti 
Molti feriti, in gravi condizioni, sono stati portati all’ospedale di Emergency nella capitale afghana. “Lo scorso anno, durante la stessa ricorrenza, nel corso della stessa commemorazione, dei colpi di mortaio hanno causato 115 vittime civili, tra le quali 11 morti – ha raccontato Marco Puntin, Programme Coordinator della ong n Afghanistan -. Oggi, nel nostro centro chirurgico per vittime di guerra abbiamo ricevuto 30 feriti, tra cui 3 bambini. Molti pazienti sono in condizioni gravi, uno di loro è morto e continuano ad arrivare”.

 

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