Frecce contro cannoni ad acqua. E’ l’ultima battaglia a Hong Kong, dove adesso la protesta contro il governo locale e quello cinese si concentra nelle università. La polizia ha cercato oggi di forzare i blocchi con lacrimogeni e getti d’acqua ma gli studenti hanno reagito con armi improvvisare, compresi archi e catapulte rudimentali. La battaglia più dura è stata al Politecnico, l’ultima roccaforte universitaria. Un agente è stato colpito da una freccia al polpaccio e le autorità hanno denunciato “la grave minaccia” costituita dalle armi improvvisate usate dai manifestanti.

Gli scontri al Politecnico sono cominciati alle 10 di questa mattina e si sono protratti per tutto il pomeriggio. La polizia ha usato anche getti d’acqua colorata di blu, per permettere poi l’identificazione dei dimostranti in prima linea. La battaglia si è infine spostata al ponte dell’Harbour Tunnel. I manifestanti hanno appiccato un incendio per impedire l’ingresso degli agenti, che si erano concentrati all’estremità del ponte, vicino a uno degli ingressi del Politecnico. Anche qui gli studenti hanno lanciato frecce, mattoni e bombe Molotov.

Gli altri campus universitari sono stati riconquistati dalla polizia durante la settimana. La maggior parte degli studenti, provenienti dalla Cina continentale, sono fuggiti nella vicina Shenzhen, per timori sulla loro sicurezza. In cinque mesi di proteste si è sviluppato un sentimento “anti-cinese” nella popolazione di Hong Kong, che fino al 1997 era una colonia britannica e adesso è una regione a statuto speciale della Cina con una sua moneta e un suo sistema giudiziario autonomo. Le università rimarranno chiuse anche domani, dopo la chiusura di giovedì e venerdì. Molte hanno deciso di sospendere le lezioni fino alla fine del semestre.

(ap)

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