Il tanto atteso scambio di prigionieri tra Russia e Ucraina è ormai cosa fatta. Due aerei con a bordo le decine di persone liberate in seguito all’intesa sono già atterrati rispettivamente a Mosca e a Kiev. Secondo la tv di Stato russa, sarebbero stati rilasciati in tutto 70 detenuti, cioè 35 per parte. Tra loro figurano il regista Oleg Sentsov e i 24 marinai catturati l'anno scorso dai russi dopo uno scontro al largo della Crimea: un Antonov An-148 dello Stato ucraino li ha riportati in patria dopo essere decollato stamattina dall’aeroporto Vnukovo di Mosca. Sull’aereo della compagnia governativa russa Rossiya partito quasi contemporaneamente dall’aeroporto Boryspil di Kiev c’era invece il responsabile dell’agenzia di stampa statale russa Ria Novosti in Ucraina, Kirill Vyshinskiy, accusato di alto tradimento dalle autorità ucraine.

La scarcerazione di Oleg Sentsov è uno dei più importanti risultati del compromesso tra Putin e il nuovo presidente ucraino Volodymyr Zelensky. «Grazia a tutti quelli che hanno lottato per noi», ha detto il regista non appena atterrato a Kiev. Sentsov era stato condannato a 20 anni di reclusione in Russia con la controversa accusa di aver tentato di «organizzare atti terroristici» in Crimea, la penisola in cui è nato e di cui non accetta l'occupazione da parte di Mosca. Il regista era in realtà considerato da molti osservatori un prigioniero politico e l’anno scorso aveva digiunato per quasi cinque mesi chiedendo la sua scarcerazione e quella di altri 64 ucraini. A fine agosto, era stato però trasferito da un carcere nella remota regione russa di Yamal-Nenets, nell'Artide, a un centro detentivo di Mosca: un primo segnale che lo scambio di prigionieri si andava avvicinando. L’intesa tra Putin e Zelensky pareva infatti essere stata raggiunta già il 30 agosto, ma era stata poi smentita all’ultimo minuto.

Due giorni fa, intervenendo al Forum economico orientale di Vladivostok, Putin ha però riaperto la porta all’accordo con Kiev: lo scambio di prigionieri «su larga scala» - aveva dichiarato - è ormai vicino e sarà «un buon passo avanti verso la normalizzazione» dei rapporti tra Russia e Ucraina. L’annuncio del leader del Cremlino è arrivato, probabilmente non a caso, subito dopo la decisione di un tribunale di Kiev di scarcerare Volodymyr Tsemakh: un comandante separatista che avrebbe potuto rivelare nuovi dettagli sulla strage del Boeing malese abbattuto cinque anni fa da un missile russo nei cieli dell’Ucraina in guerra uccidendo tutte le 298 persone a bordo. Una sciagura per la quale tutti gli indizi sembrano puntare verso il Cremlino. Diverse fonti indicano che anche Tsemakh è decollato da Kiev e ha raggiunto Mosca, con buona pace del team investigativo a guida olandese che lo voleva interrogare per il disastro aereo del 2014.

I rapporti tra Russia e Ucraina si sono deteriorati dopo l’invasione militare della Crimea da parte di Mosca e l’inizio del conflitto nel Donbass, dove il Cremlino sostiene militarmente i separatisti. Zelensky è stato però eletto presidente dell’Ucraina promettendo di fare tutto il possibile per mettere fine alla guerra e dicendosi disposto a dialogare con Putin. Lo scambio di prigionieri è per lui di sicuro un successo politico, ma anche un primo segnale di un possibile disgelo nelle relazioni tra Mosca e Kiev.

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