''ArcelorMittal presenterà il piano industriale il 5 giugno prossimo''. È Il Ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli ad aggiornare la riunione con Mittal, dopo che ieri la multinazionale aveva chiesto 10 giorno di proroga per la presentazione del piano industriale, nel corso della informativa alla Camera sulla siderurgia. Dall’azienda francoindiana “mi aspetto un piano industriale serio, ambizioso e lungimirante e che non rimetta in discussione l'esito del negoziato culminato con l'accordo del 4 marzo scorso''. Il piano, ha detto il ministro, “dovrà prevedere il rifacimento integrale degli impianti, l'Afo5 deve essere rinnovato, dovrà esserci una forte decarbonizzazione con la presenza di forni elettrici. Il governo dovrà monitorare sulla sostenibilità finanziaria del piano" stesso, ha aggiunto Patuanelli. "Il costo dell'energia è un problema serio, e bisognerà creare le condizioni affinché sia sostenibile”.

Un piano per la siderurgia italiana

Più in generale, per Patuanelli “è il momento di pensare, soprattutto per uscire dalla situazione di crisi e di emergenza creata dall'epidemia di Coronavirus, ad avere un piano industriale, un piano per la siderurgia certo per il paese’’. "Non possiamo più arretrare rispetto all'esigenza di avere un piano industriale certo per l'Italia e un piano specifico per la siderurgia in Italia”, ha ribadito ancora Patuanelli sottolineando come l'emergenza Covid-19 abbia assestato al settore dell'acciaio "un altro duro colpo sia dal lato dell'offerta che da quello della domanda". Con costruzioni e automotive fermi "a cascata hanno inciso sulla produttività degli stabilimenti", ha proseguito sintetizzando i dati del crollo della produzione di acciaio, registrato a marzo: - 40% su base annua con una caduta nettamente superiore a quella dei competitor europei, Germania Francia e Spagna e più in generale a quella dei competitor internazionali". "Per questo bisogna individuare soluzioni rapide di implementazione del settore anche sui mercati esteri. Ma la soluzione non è da individuarsi nella mera dismissione degli impianti che porterebbe solo conseguenze esclusivamente negative sul piano occupazionale e una totale dipendenza dall'estero per la per la creazione di acciaio grezzo. Piuttosto il rilancio del settore deve passare da una profonda e radicale ristrutturazione che ne aumenti la competitività". Per questo, conclude, "è il momento per pensare, uscendo dall'emergenza sanitaria e dovendo programmare una crescita economica per il nostro paese, che non possiamo più arretrare rispetto all'esigenza di avere un piano industriale certo per l'Italia e un piano specifico per la siderurgia”.

Difendere l’occupazione in Ilva

Nel corso dell’informativa, il ministro dello Sviluppo economico ha detto di ritenere “molto difficile trovare un equilibrio tra la competitività dello stabilimento, del prezzo dell'acciaio finale e le tutele ambientali necessarie e per la sicurezza dei lavoratori. Un passaggio che il governo sta cercando di fare, accompagnando almeno parzialmente il player privato con interventi di Stato a tutela della sicurezza e dell’ambiente. Tra i punti qualificanti dell'accordo di perfezionamento dell'acquisto da parte di A.Mittal degli impianti dell'ex gruppo Ilva firmato il 4 marzo scorso c'è anche "l'impegno delle parti a collaborare per la ricerca della soluzione per la gestione del personale fermo restando i risultati raggiunti su questo fronte con l'accordo sindacale del settembre 2018”.

AST Terni, possibile l’ingresso di Marcegaglia e Arvedi

Quanto alla situazione dello stabilimento AST di Terni, "dobbiamo aspettare le mosse che la proprietà (ThyssenKrupp, ndr) vorrà fare in termini di cessione totale o parziale per l'ingresso di un nuovo socio di maggioranza, o l'ingresso di un socio unico. Le interlocuzioni di questi giorni ci portano a dire che viene confermato il piano industriale che prevede 60 milioni di investimenti nel biennio e la conferma degli obiettivi del piano". Se ThyssenKrupp confermerà la volontà di cedere la società, ha chiarito il ministro, “ritengo ci siano almeno due soggetti, ne abbiamo contezza fattuale, che sono interessati storicamente a quello stabilimento, il Gruppo Marcegaglia e il Gruppo Arvedi ma anche di altri soggetti, player internazionali del mercato dell'acciaio speciale. Ritengo però che la presenza di player italiani possa essere garanzia di non trovarci, nuovamente, con imprenditori che promettono investimenti nel nostro Paese e poi magari cercano di chiudere lo stabilimento e arretrare la propria posizione".

Auto, incentivi sì, ma solo all’elettrico

Infine, una battuta in merito a possibili sostegni al settore automotive: un intervento di aiuto “non è derogabile”, ha detto il titolare dello Sviluppo economico, “che però non deve mettere in discussione gli obiettivi del Piano energia e clima che ci siamo dati rispetto alla decarbonizzazione e alla riduzione delle emissioni di CO2, che vedono il settore dei trasporti come un elemento fondamentale delle riduzioni delle emissioni con uno spostamento verso la trazione elettrica". Per Patuanelli, dunque, "l'incentivazione verso la trazione elettrica è fondamentale che continui, lo abbiamo previsto nel dl rilancio per il 2021 e in maniera ancora più forte per il 2021. A questo potrebbero accompagnarsi aggiornamenti di incentivazione rispetto al noleggio a lungo termine per smaltire il parco auto".

I commenti dei lettori