Cinque ragazzi. Uniti nella passione per la montagna. Amici come si può essere soltanto nell’adolescenza, quando si condividono sogni, progetti e piccoli tormenti e ci si confida a ogni ora, per superare gli ostacoli quotidiani che sembrano insormontabili. Così erano Marco, Camilla, Elia, Nicolò e Samuele. Morti, insieme, nel tragico incidente a Castelmagno. Dopo essere andati ad ammirare lo spettacolo delle stelle. «Oggi e per molti oggi ancora - scrive il professor Fulvio Romano – non si potrà fare a meno di pensare a quei ragazzi innamorati della montagna e della bellezza del cielo stellato cui sono stati spenti gli occhi».

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Elia Martini aveva 14 anni. «Elia era un ragazzino bravissimo, educatissimo e un ottimo pescatore, sono profondamente addolorato – dice Giacomo Pellegrino, presidente della Federazione provinciale di Pesca sportiva, vicesindaco di Fossano e assessore alle Frazioni -. Era tesserato per la società Mondo Nuovo di San Sebastiano, un vero appassionato e una grande promessa per questo sport». Aveva appena concluso il primo anno all’Istituto superiore Vallauri di Fossano.

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Suo fratello, Nicolò, aveva compiuto 17 anni soltanto domenica 9 agosto. Aveva festeggiato con la famiglia proprio lassù. Il calcio era una delle sue passioni, come ricorda Giuseppe Lingua, amico di famiglia e presidente della società calcistica della frazione: «Fino a due anni fa, Nicolò aveva giocato nella nostra squadra, adesso aiutava il papà insieme al fratello: rappresentavano il futuro dell’azienda agricola di famiglia».

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Nicolò aveva finito il terzo anno alla Scuola Edile di Cuneo. Il direttore Filippo Manti scrive e ricorda qual era il sogno del ragazzo: «Ciao ragazzi. Ciao Nicolò. Sei stato un allievo esemplare! Hai conseguito la qualifica di "Operatore edile", ma il tuo sogno era di andare là sulle montagne ad aiutare tuo padre ad accudire e portare al pascolo le mucche per produrre il Castelmagno. Sei rimasto li! Avevi invitato tutti a casa tua ad assaggiare il tuo formaggio. Era il tuo mondo! Sappi, visto che sei lassù e ci guardi più e meglio di prima, che i docenti, il personale e la scuola edile tutta ti ricorderemo sempre! Sarai sempre con noi!.Un grande abbraccio Nicolò a te, al tuo fratellino che è lì con te. Siamo tutti vicini ai tuoi genitori che più di altri soffriranno e sentiranno la vostra mancanza. Ciao Nicolò....che la terra vi sia lieve».

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I fratelli Martini erano saliti in alpeggio in borgata Chiotti, sopra Castelmagno, come tutti gli anni per portare la mandria ai pascoli in quota. Silvia Bono, capocantone di San Sebastiano a Fossano: «Nicolò ed Elia sono cresciuti insieme ai bambini di San Sebastiano. I Martini sono sempre stati una famiglia stupenda, impegnata nel lavoro e molto ospitali con tutti quelli che volevano raggiungerli in montagna».

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Samuele Gribaudo, che abitava a San Benigno di Cuneo, aveva tutta l’energia dei suoi 14 anni. Appassionato di pallavolo, come ricorda la società Cuneo Volley in un post: «Il settore giovanile e tutto il club si stringono attorno alla famiglia di Samuele Gribaudo. La speranza resta viva per Danilo, cugino di Samuele e anch’egli tesserato biancoblu, coinvolto nello stesso incidente». Ferita anche la sorella di Samuele, Anna, 17 anni.

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Anche Camilla Bessone (avrebbe compiuto 16 anni il 5 settembre) abitava nella frazione San Benigno di Cuneo ed era una allieva dell’Istituto magistrale «De Amicis» di Cuneo. Guardando le sue foto sui profili Instagram e Facebook, si pensa al volo lieve e magico di una farfalla. Spesso vestita di giallo, forse il colore preferito. Era una cheeleader, dell’Asd Cuneo Team Cheer. E con le compagne si allenava, partecipava alle gare, si esibiva. Una passione per lo sport ereditata dalla mamma Laura e dal papà Luca, ex pallavolista.  L’anno scorso, il 25 e 26 aprile aveva partecipato ad Orlando, in Florida, ai campionati mondiali di cheerleading e performance cheer: insieme a tre amiche faceva parte della Nazionale, rappresenteranno l’Italia nella categoria Pom Freestyle.

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In uno dei suoi ultimi post su Instagram (molti scritti in inglese), Camilla ricordava: «Un anno fa eravamo lì, a gareggiare sulla pedana più importante del performance cheer. Un'emozione indescrivibile, mai provata prima. In compagnia di ragazze forti e determinate, unite dallo stesso obbiettivo. Sentire questa connessione, l'adrenalina, la paura, il senso di squadra, tutto questo mi manca. Mi mancano le seventeen.Spero di vivere un'esperienza tanto bella, se non di più, nei prossimi mondiali. Ma sono sicura che con una squadra così nulla può andare storto».

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Marco Appendino, 24 anni, di Savigliano, era il più grande del gruppo. Era lui alla guida del Defender uscito di strada. Lavorava con la famiglia nell’attività di commercio all’ingresso di frutta e verdura: un’azienda molto conosciuta, con un considerevole giro di clienti e alcuni negozi dati in gestione. Marco lascia una sorella. La sua passione era la montagna. Ogni volta che poteva la raggiungeva, anche con gli amici. Allegro, sorridente, di compagnia. Con una foto sul profilo Facebook che lasciva intuire il suo tifo calcistico per il Toro.

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