«Ergastolo». È calato il gelo in aula quando stamane la Corte d'assise di Cagliari ha pronunciato la sentenza di condanna per Alba Puddu, la dottoressa di Tertenia (Ogliastra) che in Sardegna offriva terapie alternative - come ultrasuoni, radiofrequenze e funghi - ai pazienti con tumore. L'imputata non era presente al momento della lettura del dispositivo. Le indagini nei suoi confronti erano cominciate dopo un servizio trasmesso dalle “Iene” su Italia Uno. La pm Giovanna Morra lo scorso dicembre aveva chiesto una condanna 24 mesi.La Corte si è pronunciata, invece, per l'ergastolo con sei mesi di isolamento diurno.

Il medico era accusato di omicidio volontario (per uno dei tre pazienti deceduti), circonvenzione d'incapace (in tre casi), e truffa nei confronti di due delle parti civili. I familiari dei tre pazienti deceduti - Davide Spanu, Franco Garau e Lorenzo Fiorini, che avevano sospeso le terapie e seguito le indicazioni della dottoressa - si erano costituiti parte civile con gli avvocati Gianfranco Sollai, Marco Spano, Mauro Massa, Stefano Porcu e Rita Dedola, che oggi hanno pronunciato le loro arringhe. 

L'imputata, 52 anni, nell'udienza del 15 dicembre scorso si era difesa davanti alla Corte d'assise di Cagliari presieduta da Tiziana Marogna, negando di aver convinto i suoi pazienti ad abbandonare le cui cui si stavano sottoponendo per seguire le sue indicazioni terapeutiche, orientate - a suo dire - a migliorarne la qualità della vita.

La procura di Lanusei aveva aperto un'inchiesta dopo il servizio andato in onda su Italia Uno il 19 novembre 2017 e in cui un inviato della trasmissione si fingeva paziente oncologico bisognoso di cure alternative. Nel suo studio di Tertenia (Nuoro), l'anno successivo era stata sequestrata parte della strumentazione medica e a maggio il gip l'aveva interdetta dall'esercizio della professione medica. L'Ordine dei medici di Nuoro l'aveva sospesa e poi radiata.

Nell'udienza del 15 dicembre l'avvocato di parte civile Sollai (che rappresenta i figli del paziente deceduto Davide Spanu), dopo le dichiarazioni dell'imputata, aveva chiesto una perizia psichiatrica per verificare che la dottoressa fosse in grado di intendere e di volere, ma la richiesta non era stata accolta dalla Corte.

I commenti dei lettori