«L'ipotesi di programmare le riaperture interregionali dal 3 giugno è stata ufficializzata ma a condizione che si rispettino i dati del monitoraggio: se una regione è ad alto rischio è evidente che non può partecipare alla mobilità interregionale». Lo ha detto il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia in audizione alla Commissione Federalismo fiscale della Camera.

«Un paese che si rimette in cammino non poteva non avere regioni più autonome nel decidere su cosa aprire e in quanto tempo. Il governo centrale ha dato la facoltà non l'obbligo: non abbiamo detto dovete aprire, abbiamo detto “potete aprire a condizione che”. Autonomia significa responsabilità, ogni regione si assume la responsabilità di riaccendere gli interruttori con gradualità», ha detto il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia in audizione alla Commissione Federalismo fiscale della Camera. «È inevitabile che ci siano regioni che decidono d riaprire alcune attività qualche giorno dopo - ha aggiunto - In una vicenda come questa non vince la fretta ma la valutazione saggia dei numeri e nessuno deve avere fretta».

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I dati del monitoraggio, che avviene ogni settimana, vengono resi noti ogni venerdì. Dunque, la data chiave per decidere la riapertura dei confini regionali sarà quella del 29 maggio. Se una Regione dovesse rientrare tra quelle «ad alto rischio», sarebbe dunque esclusa dalla mobilità Regionale, e scatterebbero per quel territorio norme diverse. I dati del monitoraggio al termine del lockdown non segnalavano Regioni «ad alto rischio», ma solo rischio «moderato» Molise, Umbria e Lombardia.

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